Giornalisti per sentito dire

Ormai il giornalista non controlla più la notizia. Ripete il sentito dire. È più credibile della verità

Giornalisti per sentito dire

Per un giornalista, per un giudice, per un presidente del Senato, non c'è niente di più grave dell'ignoranza: eppure tutti e tre, Massimo Fini, Patrizia Mirra, Pietro Grasso, indifferenti agli atti parlamentari, hanno condiviso la menzogna che Berlusconi avrebbe dato 3 milioni di euro per comprare nel 2008 il senatore Sergio De Gregorio dell'Italia dei Valori e far cadere il governo Prodi.

Peccato che, come si può verificare per cartas, De Gregorio fosse già uscito dal suo gruppo (e dal partito) nel 2006, per essere nominato presidente della commissione Difesa del Senato con i voti del centrodestra (contro Lidia Menapace candidata ufficiale della sinistra), iscrivendosi al gruppo Misto e abbandonando l'Idv. Già acquisito al centrodestra con la presidenza, che senso avrebbe avuto «comprarlo» due anni dopo? Ma Fini, Mirra e Grasso fingono di non saperlo, ignorando gli atti parlamentari che parlano chiarissimo.

Perché affermare e diffondere insensatezze? E come può un magistrato scriverle nella motivazione di un reato prescritto, per diffamare Berlusconi con una menzogna che Massimo Fini ripete come un pappagallo, mentre Grasso preferisce ignorare gli atti parlamentari invece di trasmetterli al magistrato, come io ho espressamente chiesto, per chiarire che De Gregorio era già passato con il

centrodestra nel 2006, abbandonando da allora la maggioranza che sosteneva Prodi? Inutile: Fini deve diffondere la bufala. Ormai il giornalista non controlla più la notizia. Ripete il sentito dire. È più credibile della verità.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica