L'appello di Grimoldi alla Farnesina sulla ragazza pakistana: "Aiutiamola a tornare"

"Se la notizia venisse confermata, avremmo l'ennesima conferma che un certo Islam radicale, quello più oltranzista, in Italia non ha fatto progressi, che non è diventato più moderato e conciliante, ma è rimasto su posizioni estreme"

L'appello di Grimoldi alla Farnesina sulla ragazza pakistana: "Aiutiamola a tornare"

È intervenuto Paolo Grimoldi, deputato della Lega e Vice presidente della Commissione Esteri della Camera dei Deputati, sul caso della ragazza pakistana 23enne, costretta dal padre a lasciare l'Italia e a ritornare in Pakistan per sposare un uomo scelto dalla famiglia.

Grimoldi ha chiesto alla Farnesina di mobilitarsi quanto prima per liberare la ragazza: "Chiedo al nostro ministro degli Esteri di attivare immediatamente le sue strutture per fare luce sul caso che arriva da Monza, dove una ragazza di 23 anni ha segnalato con una lettera alla sua locale ex scuola di essere stata portata in Pakistan con l'inganno dalla famiglia e di essere trattenuta lì senza documenti, impossibilitata a rientrare in Italia, per decisione dei genitori, per la solita inaccettabile decisione del padre di non farla vivere all'occidentale e di volerle impedire un matrimonio libero con un ragazzo scelto da lei".

"Se questa notizia è confermata - ha continuato Grimoldi - se davvero la ragazza vuole tornane in Italia, ma è trattenuta in ostaggio contro la sua volontà, chiediamo alla Farnesina di attivarsi immediatamente con le autorità del Pakistan per favorire il suo ritorno in Italia, ovviamente lontano da questa famiglia".

Nel suo appello, il deputato leghista non ha dimenticato di ricordare i casi avvenuti in passato. Del mese di aprile il caso di Sana Cheema, la giovane italo-pakistana di Brescia uccisa in Pakistan dal padre e dal fratello per aver rifiutato le nozze combinate. Ancora, il caso di Farah a Verona, portata in Pakistan ad abortire contro la sua volontà.

"Se la notizia venisse confermata, avremmo l'ennesima conferma che un certo Islam radicale, quello più oltranzista, in Italia non ha fatto progressi, che non è diventato più moderato e conciliante, ma è rimasto su

posizioni estreme che non si possono conciliare con il nostro modo di vivere e rendono impossibile un'integrazione, da parte di certi islamici, che non diventi sottomissione da parte nostra", ha infine concluso Grimoldi.

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