Bella Ciao non manca mai. Neppure i pugni chiusi e le bandiere rosse. Il solito ritornello del 25 aprile nelle piazze si è ripetuto come ogni anno secondo il solito copione. Unica differenza, questa volta, il contesto geopolitico internazionale: la guerra in Ucraina ha ribaltato gli schieramenti, creato crepe profonde nell'Anpi, fatto discutere i partigiani coi partiti di sinistra e i partiti di sinistra tra loro. La guerra degli ucraini è "Resistenza" oppure no? Il Battaglione Azov è nazista? E ha senso inviare armi nella speranza di trovare la pace?
Tutte domande che da settimane attraversano l'Associazione dei partigiani, e non solo. In principio furono le parole del presidente Gianfranco Pagliarulo sulla strage di Bucha. Poi il manifesto per il corteo del 25 aprile sull'Italia che "ripudia la guerra" con tanto di bandiere dell'Ungheria. E infine le polemiche interne ed esterne, con critiche incrociate e crisi di coscienze tra i sostenitori dell'Anpi.
Se in molti hanno preso le distanze dalle posizioni di Pagliarulo, che pure ha fatto una qualche retromarcia per intercessione di Mattarella, ieri in piazza non pochi si sono scagliati contro Zelensky. "Il governo dell'Ucraina è appoggiato dai nazisti - dice un manifestante intercettato da Quarta Repubblica - hanno i battaglioni dentro l'esercito. Mosca li ha bombardati perché i russi (del Donbass, ndr) hanno chiesto di andarli a salvare". Vladimir il salvatore? "No, ma Putin fa gli interessi del suo popolo".
In molti si sono chiesti quale sia la differenza tra la Resistenza la nazifascismo e quella al putinismo. "Non è la stessa cosa - assicura un manifestante in piazza con la bandiera palestinese - A quel tempo c'era una guerra mondiale, qui c'è una guerra circoscritta, voluta dalla Nato: una guerra capitalista. Tra Putin e Biden la maggior responsabilità ce l'ha il presidente americano". "La guerra è iniziata otto anni fa - gli fa eco un altro attivista, bardato con lo stendardo arcobaleno della pace - gli ucraini hanno iniziato otto anni fa a sparare bombe sul Donbass".
Non si tratta di singoli casi. L'analisi pro-russia sulla guerra in Ucraina è piuttosto diffusa tra i fieri antifascisti del 25 aprile.
"Gli ucraini sono in attacco dal 2014 - assicura un signore in baffi davanti alla bandiera del Pci - Ci sono stati 13mila morti causati da un regime golpista, nazista e sostenuto dall'Ue e dalla Nato. La pace non si fa inviando armi, ma camion dei vigili del fuoco. Il movimento partigiano in Italia era un movimento di popolo, il battaglione Azov invece è un gruppo di nazisti".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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