I 5 elementi per riconoscere le Ffp2 di qualità

Per essere sicuri di indossare una mascherina Ffp2 regolare dobbiamo tener conto di 5 elementi distintivi stampati sulla parte esterna: ecco quali

I 5 elementi per riconoscere le Ffp2 di qualità

Le mascherine che proteggono noi stessi e gli altri dal possibile contagio con Sars-Cov-2 sono soltanto le Ffp2, diventate obbligatorie per numerose attività da poche settimane e con una capacità di bloccare il virus quasi al 100% (se indossate correttamente).

Come riconoscere le Ffp2 valide

Nei laboratori chimici delle dogane vengono fatti i test su ogni mascherina. "Siamo un laboratorio all'avanguardia nell'analisi di queste tipologie di prodotti", afferma a Repubblica Silvia Fremiotti, coordinatrice analisi mascherine Agenzia delle Dogane. Ma quali sono i test che vengono effettuati? "I più importanti riguardano l'efficienza del filtro e la resistenza respiratoria della mascherina stessa". L'indicazione è quella di utilizzare, come detto, le Ffp2 (Filtering Face Piece) ma esistono anche le Fpp1 e le Fffp3: ogni numerazione indica il differente grado di protezione.

I 5 elementi delle mascherine

"Le Ffp1 hanno un'efficienza di filtrazione dell'80%, Ffp2 del 94% e le Ffp3, che sono le più prestazionali, hanno un'efficienza di filtrazione che arriva al 99%", spiega al quotidiano Federico Pecoraro, vicedirettore del dipartimento laboratori di prova di Accredia, l'ente unico nazionale che si occupa di accreditare e verificare la competenza dei soggetti certificatori. Per poter essere certificate, spiega, è questo l'elemento di quantità che conta. Per non sbagliare, bisogna saperte che su ogni mascherina devono essere presenti cinque elementi differenti: il più importante è "il codice identificativo dell'organismo indipendente che rilascia la certificazione per l'immissione in commercio", sottolinea Pecoraro. Il codice a cui allude è quello in stampatello con la scritta CE (Comunità Europea) e un numero di 4 cifre (2797, per esempio).

Gli altri elementi che devono essere riportati sulle mascherine per dimostrare come ci sia un iter per l'approvazione ad essere messe in commercio sono: il marchio del produttore, il modello che il produttore ha dato alla mascherina, la classe a cui appartiene e la norma di riferimento che stabilisce le caratteristiche, le prove da eseguire sulla mascherina per poterla classificare P2 piuttosto che P1 o P3. "Se ci sono questi cinque elementi possiamo stare un po' più tranquilli?", domanda il giornalista. "Corretto", risponde Pecoraro.

Quali sono le eccezioni

Vista la difficoltà di reperire le mascherine, soprattutto nella fase iniziale della pandemia, il governo italiano ha introdotto delle deroghe: ancora in questa fase, possono esserci dei dispsitivi immessi sul mercato con procedure in deroga. "Non troveremo, quindi, quegli elementi che ho descritto prima sulla mascherina", sottolinea l'esperto. Quella contenente i 5 elementi è stata certificata. Quella che non riporta gli elementi ma soltanto una scritta (es. Kn95), non ha seguito l'iter di cui parlavamo prima. Il prezzo, però, non è un elemento che va preso in considerazione "perché dipende dal grado di automazione che il produttore ha installato nella propria azienda", aggiunge Pecoraro.

Attenzione ai falsi

Il mercato delle mascherine, però, non si ferma qui: i falsi abbondano.

"Dobbiamo rimetterci nella capacità degli organismi di sorveglianza del mercato, cioè i Nas dei carabinieri, la Guardia di finanza, le camere di commercio e l'Agenzia delle dogane" che svolgono test a campione sulle mascherine presenti sul mercato e al loro ingresso in Italia. "Noi abbiamo riscontrato un 12% di prodotti non conformi e che non rispondevano ai requisiti della norma", spiega Silvia Fremiotti. In pratica, una mascherina su 10 ma le altre 9 sono prodotti sicuri.

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