Per i giudici non fu uno stupro: lei era ubriaca, ma non troppo

Le motivazioni dei giudici di Bologna sulla liberazione dei presunti stupratori di Ravenna: "Era consenziente"

Per i giudici non fu uno stupro: lei era ubriaca, ma non troppo

Aveva bevuto quattro o cinque bicchieri di vino, poi tre drink alcolici. Era ubriaca, ma per il giudice del Tribunale della Libertà di Bologna non abbastanza da opporsi a quello stupro di cui sosteneva di essere stata vittima.

Il presunto stupro

Facciamo un salto indietro. Il 5 e il 6 ottobre scorso a Ravenna una ragazza aveva esagerato con l'alcol tanto da non reggersi in piedi e, secondo il giudice, da trovarsi in "uno stato di non piena lucidità". La 18enne era ad una festa in centro quando, secondo l'accusa, era stata caricata in spalla e portata in un appartamento, poi stuprata da un 26enne romeno mentre un 27enne senegalese filmava la scena.

La vicenda aveva scandalizzato l'intera città. Ma i giudici hanno ribaltato tutto: la ragazza, infatti, nonostante l'elevato tasso di alcol nel sangue sarebbe stata in grado "di esprimere un valido consenso al rapporto sessuale e lo ha espresso". E pensare che ben due Gip, analizzando i documenti prodotti dagli investigatori, avevano classificato la notte di sesso come uno stupro.

Il principio che mosse i due Gip somiglia a quello portato avanti dalla procura di Firenze, che contesta a due carabinieri la violenza sessuale ai danni di due studentesse Usa. La violenza, infatti, deriverebbe dal fatto che le giovani erano in uno stato psicofisico alterato dall'alcol.

La decisione dei giudici

Per i giudici bolognesi, però, il caso di Ravenna non si può configurare come uno stupro. E la convinzione deriva dalla visione dei tre video che il senegalese ha realizzato durante il rapporto sessuale. Dalle immagini, scrivono i magistrati come riportato dal Resto del Carlino, "emerge che la ragazza non è affatto incosciente, si muove e in particolare appoggia un braccio intorno alle spalle" del presunto stupratore. Non solo. "Gli mette una mano sul viso e sulla nuca", "appoggia l’altro braccio sul petto", "gli tira l’elastico delle mutande", e "tiene la mano sul viso di lui in una sorta di carezza". Insomma, nessuna violenza. Ma un rapporto consenziente.

Neppure la tesi dell'alterazione alcolica reggerebbe. Quando la giovane sale in auto, infatti, vomita. Poi nell'appartamento viene lavata e in effetti appare quasi incosciente. Secondo i giudici, in seguito (sono circa le 2 di notte) si sarebbe addormentata sul divano per poi riprendersi dopo circa 40 minuti. Intorno alle 4.00 invia un sms alla madre, seguito dal rapporto sessuale e (alle 5.30) dalle manovre per pulire l'auto dal vomito. Operazione a cui partecipa anche la ragazza per dare una mano ai due imputati. Non è tutto. Perché a smontare la tesi dello stupro c'è anche un sms inviato il 6 ottobre al padrone della casa dove il fatto si è svolto, messaggio in cui lei si scusa "se ho fatto un po' di casino".

A convincere i giudici sull'assenza di costrizione nel rapporto è anche la reazione della giovane nei giorni successivi il presunto stupro. Gli sms scambiati con un'amica e la conversazione via messaggio intrattenuta con il senegalese per organizzare altre serate, infatti, dimostrerebbero "uno stato d'animo tranquillo" non configurabile in quello di una donna da poco vittima di una violenza carnale.

"Non fu uno stupro"

Ecco spiegato perché i giudici hanno scagionato i due imputati e annullato i provvedimenti di carcerazione: il comportamento della ragazza, scrivono, non si può configurare come "uno stato di coma etilico o di completa incapacità ad agire" perché "tra la fase acuta dell’ubriachezza e il rapporto sessuale, trascorre un arco di tempo di tre ore circa, al termine del quale lei compie comportamenti idonei a farla ritenere in sé".

Secondo i giudici, dunque, il motivo per cui il 13 giugno la ragazza decise di denunciare il presento stupro è da ricercare nel fatto che "abbia davvero ricordi poco lucidi e che abbia forse maturato pentimento o rammarico per il rapporto consumato in quel modo". Ma non ci fu alcuna violenza.

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