I no pass ancora in piazza: Trieste in tilt, i poliziotti tolgono il casco

Slogan e momenti di tensione davanti alla sede Rai di Trieste. E le forze dell'ordine tolgono i caschi per stemperare gli animi

I no pass ancora in piazza: Trieste in tilt, i poliziotti tolgono il casco

"Servi, servi". "Libertà", "Venduti". Sono gli slogan che migliaia di No pass hanno scandito sfilando questa sera per le vie del centro di Trieste per poi radunarsi davanti alla sede Rai dove, per stemperare la tensione, i poliziotti schierati hanno tolto il casco tra gli applausi dei presenti.

Secondo la questura, in piazza sono scese non meno di diecimila persone che, dopo essersi radunate in Largo Riborso, hanno percorso le vie del centro partendo dal centralissimo Corso Italia e mandando in tilt il traffico in tutta la città. Momenti di tensione si sono registrati in via Fabio Severo, davanti alla sede locale della Rai dove i manifestanti hanno urlato slogan contro il governo e i giornalisti. A quel punto gli agenti presenti, in assetto antisommossa, hanno deciso di sfilarsi il casco e stringere le mani ai presenti per evitare l'esacerbarsi degli animi.

Poche le mascherine al corteo che ha attraversato la città. Diversi striscioni, cartelli e pettorine per rivendicare il no al contestato passaporto vaccinale, ora obbligatorio per tutti i lavoratori. "No Green pass, no Apartheid", si legge. E ancora: "Basta ricatti e violenza, no green pass". La protesta è stata scandita da fumogeni, slogan e tamburi, ma non si sono registrati scontri.

In piazza sono scesi anche i lavoratori portuali con indosso gli abiti da lavoro. Ma anche diversi insegnanti e alcuni candidati sindaco, come Franco Bandelli della lista civica Movimento Futura.

"Non voglio contenere il corteo no Green pass, voglio dialogare con chi ha dei dubbi", ha detto il presidente del Fvg e della Conferenza delle Regioni Massimiliano Fedriga, che proprio a Trieste ha chiuso la campagna elettorale del candidato del centrodestra Roberto Dipiazza, "Voglio dialogare sulle protezioni che ci sono, sull'importanza di proteggersi, sulla riduzione del rischio, su vaccino e tamponi. Io sono sempre per il dialogo, non è sempre facile. Ho ricevuto anche degli attacchi personali, che lascio perdere pensando al bene collettivo. Quindi anche chi mi ha attaccato spero abbia la voglia di ascoltare.

Le istituzioni devono accompagnare il Paese, non crocifiggere chi ha dei dubbi. Bisogna spiegare altrimenti si rischia di fare un danno. Dalla pandemia si esce insieme, non con uno Stato che ordina e un cittadino che esegue".

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