Si diede fuoco all'Inps, sei mesi dopo ancora niente assegni

Concetta ha iniziato a ricevere la disoccupazione, ma degli arretrati non sa nulla

Si diede fuoco all'Inps, sei mesi dopo ancora niente assegni

Sono passati sei mesi dal giorno in cui Concetta Candido ha scelto di darsi fuoco davanti alla sede dell'Inps di Torino Nord, per "farsi sentire", come aveva scritto quel giorno su facebook prima di uscire di casa e per protestare perché dell'assegno di disoccupazione che le era dovuto ancora non aveva visto una lira.

"Stufa di stare in ospedale", la 46enne non ha smesso di lottare. Per mesi è rimasta in coma, nella struttura dove ha subito diverse operazioni, trapianti di pelle e dove è ancora ricoverata. E se da maggio ha iniziato almeno a ricevere la sua Naspi, che le è dovuta, sugli arretrati che non ha mai visto ancora non si sa nulla. "Non arrivano risposte".

Il 13 gennaio Concetta era stata licenziata da un'impresa di pulizie di Settimo Torinese, quel lavoro che le garantiva i 600 euro che si faceva bastare ogni mese. La società non le aveva nemmeno dato il trattamento di fine rapporto, che aveva poi dovuto recuperare portando il suo caso in tribunale.

Pochi giorni dopo la Candido aveva chiesto all'Inps l'assegno di disoccupazione. C'erano voluti mesi per avere una risposta, il 27 aprile. Negativa: mancava un certificato medico, perché al momento del licenziamento la donna era in malattia e questo aveva bloccato la pratica che aveva presentato, avviata soltanto a maggio.

"È stato disposto il primo pagamento per il periodo dal 1 al 15 giugno, con valuta del 26 giugno - si leggeva in una nota dell'Inps -.

La Naspi della signora Candido decorre pertanto dal 1 giugno 2017 per un totale di 683 giorni, con pagamento previsto fino al 27 aprile 2019". Ma degli arretrati, denuncia il fratello Giuseppe a Repubblica, ancora nessuna traccia.

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