"Vado all'Inps e li faccio neri". Entra negli uffici e si dà fuoco

Licenziata a gennaio chiedeva gli arretrati del sussidio. Le hanno risposto che doveva ancora aspettare. È grave

Dramma della disoccupazione a Torino, dove una donna, senza lavoro dal mese di gennaio, si è data fuoco davanti alla sede dell'Inps di corso Giulio Cesare, nel quartiere popolare di Barriera Milano. Chi l'ha soccorsa è riuscito a spegnere le fiamme, prima che potessero ucciderla ma lei è ugualmente in gravi condizioni: trasportata all'ospedale San Giovanni Bosco, è stata intubata per essere trasferita al centro grandi ustionati del Cto, dove ora è stata ricoverata nel reparto di Rianimazione con ustioni in particolare a torace, braccia e volto. Per Concetta Candido, 46 anni, residente a Settimo Torinese, nell'hinterland del capoluogo, la diagnosi dei medici, parla di bruciature sul 25 per cento del corpo, di cui il 10% di terzo grado. Tutto si è svolto in una manciata di secondi: la donna si è messa in fila allo sportello dell'ufficio Inps, ha atteso il suo turno, ha chiesto all'impiegata a che punto fosse la sua pratica inerente la richiesta degli arretrati e quando le è stato risposto che ci volevano tempi tecnici e altre verifiche è nata un discussione. A quel punto la donna ha tirato fuori dalla borsa due bottigliette di alcol, ne ha stappato una e poi si è spruzzata addosso il liquido infiammabile appiccando le fiamme, prima che testimoni attoniti e presi alla sprovvista dalla rapidità del gesto, potessero fermarla. «Mi hanno licenziata, sono esasperata, non ce la faccio più» ha urlato pochi secondi prima di appiccare le fiamme con un accendino. «Si è data fuoco qui, in mezzo alle persone che aspettavano il loro turno agli sportelli. Aveva il volto avvolto dalle fiamme, è stato terribile», raccontano i molti testimoni, sconvolti. Concetta Candido era stata licenziata il 13 gennaio: faceva le pulizie in una birreria di Settimo, un rapporto di lavoro durato dieci anni per un servizio che la birreria aveva poi «esternalizzato». Così lei era stata cacciata e aveva attivato una vertenza sindacale per ottenere almeno il Tfr. Dopo un periodo di malattia Concetta aveva chiesto la «Naspi», ossia l'indennità di disoccupazione. Secondo i primi accertamenti della stessa Inps aveva ricevuto solo i soldi dal 25 maggio in poi, poiché in precedenza non avrebbe consegnato i moduli per la richiesta dell'indennità. Demoralizzata e preoccupata per la sua situazione, la donna, poche ore prima di uscire di casa per recarsi agli sportelli dell'Inps, aveva postato sulla sua pagina Facebook un messaggio che, riletto dopo quanto accaduto, fa venire i brividi: «Oggi vado al Inps e li faccio tutti neri o viola? Comunque sia gli cambio i connotati e attributi». Qualche amica le ha risposto cercando di convincerla a calmarsi ma evidentemente la donna, esasperata, aveva già progettato nei minimi particolari il suo gesto estremo.

«Da tempo la Cgil denuncia le politiche di svalorizzazione del lavoro condotte da anni nel nostro paese e che, con gli ultimi governi, hanno visto ulteriormente abbassata la soglia dei diritti delle lavoratrici e dei lavoratori», ha detto il segretario confederale della Cgil Franco Martini, commentando le rilevazioni di Ministero del lavoro, Istat, Inps e Inail contenute nella Nota trimestrale congiunta sulle tendenze dell'occupazione diffusa stamattina. All'Inps di Torino è arrivata anche la telefonata del presidente dell'ente previdenziale, Tito Boeri, che ha chiesto chiarimenti sulla vicenda.

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