Una confessione nascosta per sette lunghi anni. Ma più che per la verità, Santino Bozza, fino all’anno scorso consigliere regionale eletto con la Lega Nord, lo fa per denunciare Equitalia e il Lotto.
Oggi è consigliere comunale a Monselice, nel 1991 è stato tra i fondatori del movimento leghista. Il suo racconto-denuncia parte nel 2005. Come racconta a Il Mattino di Padova: "quando, dopo 43 anni di lavoro di cui 37 da artigiano (Bozza ha sempre lavorato come fabbro, ndr), mi è stata riconosciuta una pensione da 950,32 euro. Mi sono vergognato. E da lì è partita la mia protesta: ho deciso di lavorare altri tre anni tenendo però tutto il netto per me, per la sicurezza della mia vecchiaia". Così ha deciso di non pagare le tasse.
Nel 2010 arriva la nomina al consiglio regionale: "Un mese dopo Equitalia è arrivata all’attacco, presentandomi una prima cartella di 180 mila euro per quanto non avevo versato negli ultimi anni da imprenditore". Bozza rateizza e paga fino al 2012, fino a quando non arriva un'altra cartella esattoriale. Nero su bianco si legge 350 mila euro. Da quel momento la decisione: "Ho smesso di pagare per protesta, perché è ignobile vessare così un onesto imprenditore. Per ogni rata c’erano almeno 600 euro di interessi di mora o di rateizzazione: pazzesco! Di contro mi hanno pignorato 1.800 al mese, un quinto dello stipendio da consigliere, e tuttora mi prendono un quinto dei miei 1.700 euro di indennità".
Come se tutto ciò non bastasse, sempr enel 2005, anno in cui scopre che dovrà vivere con meno si mille euro al mese, decide di "investire" nel Lotto. "Giocavamo 1.000 euro al mese e abbiamo continuato fino al 2010, sperando di mettere da parte qualche somma con quei grandi numeri. Abbiamo investito sui 150 mila euro e abbiamo ottenuto 8 miseri ambi e un terno da 400 euro". Come se la prima crociata non fosse già abbastanza, Bozza ne comincia un'altra: "I miei soci si sono ritirati e io ho continuato: volevo dimostrare che lo Stato, che già con me e con mille altri imprenditori – compresi quelli suicidi – si era macchiato di usura, ora era l’artefice anche di una truffa. Come è possibile che con tutte quelle giocate si vincesse così poco?".
Una lotta che è continuata fino a qualche sera fa: "Ho giocato 230 mila euro oltre ai 100 mila iniziali, la mia quota". Borsa piena di tagliandi del Lotto alla mano come prova: "ho ottenuto solo 7 ambi e un terno. Ho dimostrato che è tutto pilotato e che è una truffa". L'uomo ora si immola come vittima, e si fa promotore della crociata. "Avrei potuto avere un conto a cinque zeri in banca, e la gente non a caso pensa che io sia ricco, ma ho impegnato i soldi per far venire a galla la truffa di questo Stato. Mi reputo una vittima sacrificale e voglio andare fino in fondo. Non solo: pretendo che quei soldi che Equitalia avanza da me vengano scalati dagli oltre 300 mila euro spesi con il Lotto, soldi che lo Stato mi ha truffato e che si è intascato. Che non pensino di venire a pignorarmi la bici o l’auto".
Dopo le accuse, chiede alla gente di unirsi a lui: "Invito tutti quelli che come me si
sentono vittime d’usura di Equitalia e truffati in qualche modo dallo Stato ad unirsi. Il mio caso deve accendere l’attenzione su una situazione che sta mettendo in ginocchio migliaia di italiani".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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