Il vaccino in vacanza (ma non per tutti): ecco come

Il governo pensa di introdurre la possibilità di una domiciliazione provvisoria non inferiore alle tre settimane così da non interrompere la campagna di vaccinazione

Il vaccino in vacanza (ma non per tutti): ecco come

Consentire ai cittadini di potersi vaccinare anche mentre sono in vacanza in Italia. È questa la prossima sfida che dovranno affrontare il governo ed il Commissario all'emergenza, Francesco Figliuolo, in vista dell’estate. Due sono in particolare i motivi che spingono le autorità politiche e sanitarie ad andare avanti con la campagna di vaccinazione di massa contro Covid-19 anche ad agosto. Innanzitutto bisogna evitare che le persone che hanno avuto la prima dose del farmaco possano ritardare il richiamo. Non meno importante anche la questione economica, anche se di questo tema se ne parla di meno. Molti in attesa della seconda dose potrebbero decidere di non partire. Se così fosse il settore turistico, già pesantemente colpito dalle restrizioni anti-contagi, subirebbe un nuovo durissimo colpo. In realtà a pagarne le conseguenze sarebbe l’intero sistema economico italiano.

E allora cosa si può fare? Una delle ipotesi sul tavolo del governo è quella di adottare una "iscrizione temporanea all'anagrafe sanitaria". In pratica, una domiciliazione provvisoria non inferiore alle tre settimane. E da effettuare tramite una comunicazione all'Asl di arrivo. In questo caso non sarà necessario dover indicare anche la scelta di un medico di base,come ora avviene per gli spostamenti per motivi professionali che danno diritto alla vaccinazione fuori dalla Regione di residenza.

Al lavoro per far partire questo piano, come spiega il Corriere della Sera, ci sono già il ministero del Turismo e il dicastero della Salute a cui partecipa anche il Commissario all'emergenza Francesco Figliuolo. Nelle prossime settimane di dosi del farmaco contro il coronavirus non ne dovrebbero mancare: da luglio a settembre, a meno di imprevisti, sono previste in arrivo nel nostro Paese circa 94 milioni. Per questo fare il richiamo in vacanza sarà possibile. A patto che lo spostamento venga comunicato alla Asl. Ciò significa che deve essere tracciato così da avere dati aggiornati sui farmaci e sui vaccinati. Si prospetta un grande lavoro per mettere a punto questo piano ma Piemonte e Liguria, con il loro accordo su base reciproca anche per flussi turistici limitrofi, hanno dimostrato che il progetto si può davvero realizzare. Non è irrealistico, quindi, ipotizzare che lo stesso possa essere pianificato anche altrove.

Un ruolo importante lo giocherà l'anagrafe vaccinale nazionale. Non tutte le Regioni hanno una struttura informatica adeguata nella registrazione delle dosi. Un ostacolo che si potrebbe aggirare. Il sistema delle tessere sanitarie avrebbe già tutto: ogni richiesta sanitaria, infatti, è agganciata al documento. Le Regioni spingono in questa direzione, anche per motivi economici. Addirittura il governatore del Veneto, Luca Zaia, vorrebbe poter vaccinare anche i turisti stranieri. La dose per chi arriva nella Regione sarebbe un ulteriore incentivo per rilanciare il turismo.

Il commissario Figliuolo si mostra cauto. È sì consapevole dell'importanza della questione ma sa anche quanto sia complessa l’operazione. Per di più il tempo per avviarla è poco. Il generale ieri ha scritto alle Regioni per chiedere un maggior contributo dei medici.

Nella fase successiva della campagna ci sarà, anche grazie al lavoro degli infermieri, un graduale passaggio da vaccinazioni effettuate "in maniera centralizzata presso gli hub vaccinali verso un sistema di vaccinazioni delocalizzate, più capillare e prossimo ai cittadini, che permetterà di completare l'immunizzazione delle categorie più fragili, dei cittadini con ridotta mobilità, non ancora intercettati dalla attuale modalità organizzativa e che potranno essere raggiunti a domicilio". In questo modo la campagna di immunizzazione potrebbe subire una ulterirore accelerazione.

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