Istat, nel nuovo paniere degli italiani monopattino e sushi

Il paniere serve a definire beni e servizi su cui viene calcolata l'inflazione

Istat, nel nuovo paniere degli italiani monopattino e sushi

La fotografia delle nuove abitudini di spesa delle famiglie italiane. L'Istat ha aggiornato il paniere di beni e servizi su cui viene calcolata l'inflazione con novità importanti che evidenziano il cambio di costume dei consumatori.

Si tratta di 1.681 prodotti che sono entrati nella quotidianità degli cittadini e tra questi arrivano, ad esempio, il sushi, le auto e il monopattino elettrico, i trattamenti estetici per l'uomo tra cui il servizio barba e baffi. Ci sono, inoltre, il servizio di consegna pasti a domicilio, lo smalto semipermanente per le donne, gli apparecchi acustici e il servizio lava-stira. Il paniere è utilizzato per il calcolo degli indici Nic (per l'intera collettività nazionale) e FOI (per le famiglie di operai e impiegati) e nel 2020 sono stati 80 i comuni che hanno contribuito alla stima dell'inflazione per il paniere completo (79 nel 2019); la copertura territoriale dell'indagine è pari all'83,2% in termini di popolazione provinciale. La copertura territoriale sale al 90,3% per un sottoinsieme di prodotti (tariffe e alcuni servizi locali), il cui peso sul paniere Nic è del 5,6%, per i quali altri 12 comuni effettuano la rilevazione dei prezzi.

Ognuno dei prodotti inseriti nel paniere ha un suo peso specifico. Difatti l'Istat suddivide i beni inseriti in 993 prodotti e 410 aggregati. Tra queste, ad esempio, cibi e bevande analcoliche pesano per il 16,2%, l'istruzione solo l'1%, i trasporti il 15%, le utenze acqua, luce, gas e l'abitazione per il 10%, i ristoranti e le strutture ricettive l'11,9%, e la comunicazioni che pesa per il 2,4%. Il paniere 2020 per l'IPCA comprende 1.700 prodotti elementari, raggruppati in 1.012 prodotti e 414 aggregati di prodotto (nel 2019 i prodotti elementari erano 1.524, i prodotti 914 e gli aggregati di prodotto 411).

Nessuno prodotto esce dal paniere nel 2020, spiega l'Istat, poiché tutti quelli già presenti non mostrano segnali di obsolescenza tali da motivarne l'esclusione. L'ampliamento dell'utilizzo degli scanner data e alcune innovazioni nella metodologia di calcolo degli indici, fanno sì che nel 2020 siano circa 30 milioni le quotazioni di prezzo provenienti ogni mese dalla Gdo utilizzate per stimare l'inflazione.

Delle restanti 577mila quotazioni, 384mila sono raccolte sul territorio dagli uffici comunali di statistica, 121mila direttamente dall'Istat e quasi 72mila dalla base dati dei prezzi dei carburanti del ministero dello Sviluppo economico.

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