L'allarme della polizia: "Fateci i tamponi, non siamo protetti"

Ora la polizia chiede che siano fatti i tamponi agli agenti in divisa. "In mancanza di protezioni il rischio di contagio aumenta e noi non abbiamo abbastanza mascherine"

L'allarme della polizia: "Fateci i tamponi, non siamo protetti"

Dobbiamo sapere se i nostri agenti di polizia sono un rischio per il cittadino. Per farlo è necessario essere certi che non siano affetti da Coronavirus. Gli uomini in divisa sempre in prima linea per garantire la sicurezza degli italiani, stanno affrontando un momento in cui si ritrovano ad essere, ora più che mai, uno dei pilastri portanti del nostro Paese. Per questo è necessario che il loro intervento non rechi, in alcun modo, danni alla popolazione. Un’ovvietà che adesso rischia di non poter essere garantita.

Il Covid19 è uno dei nemici più potenti con cui l’Italia si è trovata a lottare negli ultimi anni. Una bestia invisibile che è riuscita a penetrare in tutto il mondo. Centinaia di migliaia di persone sono costrette a rimanere chiuse nelle proprie abitazioni mentre nelle strade, ancora non del tutto deserte, gli uomini in divisa si preoccupano di far rispettare le regole imposte dal governo. A quanto dicono gli esperti, unica via d’uscita per salvarci dalla pandemia.

Il lavoro della polizia oggi è indispensabile e loro, gli uomini in servizio, sono costretti a rischiare il contagio, esclusi dall’autoisolamento per garantire il servizio ai cittadini. Eppure, troppo spesso, lo Stato si è dimenticato di loro. Lasciati soli. Senza direttive ben precise. Sprovvisti di risorse per la protezione dal contagio. “Non abbiamo materiale a sufficienza. Mancano rifornimenti di guanti, gel disinfettanti, mascherine”, ci ha raccontato Massimo Bartoccini segretario provinciale Sap in Toscana. Ma c’è di più. Perché i poliziotti non hanno ricevuto neanche dei protocolli specifici che dettino le regole di comportamento da rispettare durante gli interventi in un momento così delicato. “Non sappiamo quando dobbiamo mettere le mascherine e quando invece non è necessario. Non ci sono state date indicazioni precise.” Continua Bartoccini.

Il rischio che si corre è che il virus si propaghi anche tra le squadre della polizia e che questo possa depotenziare le nostre forze dell’ordine. Ora, Emanuele Viciani, segretario Sap della regione Toscana ha chiesto che si prendano le giuste precauzioni per evitare che questo accada. “Purtroppo, si sono già verificati casi di contagio proprio tra le FF.OO. e che il lavoro in squadre/pattuglie può facilitare l’espansione del contagio, si è chiesto al Presidente Rossi di voler istituire un protocollo che preveda il c.d. “tampone”, o altra attività che certifichi la negatività al Covid19, per gli operatori di tutte le Forze dell’ordine che prestano servizio in Toscana.” Si legge nel documento ufficiale inoltrato al presidente Enrico Rossi.

Un controllo che andrebbe a monitorare costantemente la situazione di salute degli uomini in servizio in modo da garantire la massima tutela non solo al personale in divisa ma anche ai cittadini.

“Abbiamo visto che il virus si sta espandendo a macchia d’olio se non prendiamo le giuste precauzioni rischiamo di ritrovarci con un gran numero di uomini in “quarantena” - ammette Bartoccini - e questo potrebbe portare ad una mancanza di personale che creerebbe non pochi problemi”. Sopratutto, in assenza di strumenti di protezione capaci di abbassare i rischi di contagio, il controllo della presa del virus sugli uomini sembra essere l’unica soluzione per non farsi sfuggire di mano la situazione.

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