"Qui Roma non comanda". Non lasciano spazio ad interpretazioni le parole che Renate Holzeisen, avvocato altoatesino in prima fila nella resistenza sudtirolese a vaccinazioni e Green Pass, ha rilasciato a Repubblica . "Non siamo No Vax: siamo contro i vaccini sperimentali che non fermano le varianti Covid. E come culla nazionale dell'autogoverno - continua la legale, aggiungendo che non riesce a seguire le decine di ricorsi di insegnanti e medici a rischio sospensione - siamo contro l'obbligo di Green Pass. Nel resto d'Europa di lingua tedesca non esiste un'imposizione simile", dimenticandosi evidentemente che l'Alto Adige fa parte del territorio italiano da oltre un secolo. Ma la Holzeisen è convinta che "con il primo giorno di lezione la tentazione di discriminare chi sceglie di attendere sieri sicuri c'è: difendere decisioni autonome sul proprio organismo è un dovere".
Ieri, primi in Italia, 90mila ragazzi altoatesini sono tornati in aula, e con loro professori e addetti vari. I numeri parlano chiaro: il Sud Tirolo si conferma la regione più renitente alla vaccinazione. Nel solo mondo scolastico sono oltre 4.700 i non immunizzati, più di uno su quattro. Su 10mila sanitari, seicento non hanno ricevuto neppure una dose. Nonostante iniziative come gli open day vaccinali e i "vaxbus", la Provincia rimane quella col minor rapporto tra dosi ricevute e somministrate: 82%, contro la media nazionale che tocca il 90%. Dati sconfortanti arrivano anche dai ragazzi, perché nella fascia 12-19 anni solo il 38% ha completato il ciclo vaccinale, un numero lontano dal 53% nel resto del Paese.
Occorre però fare una distinzione. Perché ad opporsi alla puntura sono per la maggior parte i membri della comunità germanofona. Se nelle scuole di lingua italiana i No Green Pass sono appena il 3% dei 1.937 docenti, negli istituti tedeschi si supera il 25%. Della sessantina di insegnanti che verranno sospesi nelle prossime ore, una cinquantina provengono da questi ultimi, che si aggiungono ai venti che si sono licenziati prima dell'inizio delle lezioni. In una sorta di ribaltamento degli stereotipi, tra le Dolomiti sono gli italiani ad essere ligi alle regole come tedeschi e i sudtirolesi ad impersonare l'"anarchismo" nostrano.
Un fenomeno a cui ha contribuito la gestione pandemica dell'Alto Adige, che ha scelto di operare in autonomia e dove l'Svp, il partito locale che può contare su una radicata presenza sul territorio, ha tenuto posizioni ambigue, mentre i separatisti soffiavano sul fuoco dello scetticismo. Perché tra No Vax e "Los von Rom", liberi da Roma, c'è più di un punto in comune.
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