La lezione all'Italia Pace, non vendetta

Joe Biden ha vinto e davanti a sé ha un'America in frantumi. È da qui che comincia la sua avventura e non è per nulla facile.

La lezione all'Italia Pace, non vendetta

Joe Biden ha vinto e davanti a sé ha un'America in frantumi. È da qui che comincia la sua avventura e non è per nulla facile. C'è un Paese troppo grande spaccato, dove gli uni non riconoscono gli altri e all'interno di ogni pezzo ci sono diffidenze, rabbie e rancori antichi. E pluribus unum. Il motto inciso sullo stemma degli Stati Uniti non significa più nulla. Non scorre il sangue della guerra civile. Non ci sono unionisti contro confederati. Non ci sono le due bandiere e il generale Sherman che mette a ferro e fuoco Atlanta, ma la democrazia americana sta vivendo una delle ore più difficili. Toccherà ora a Biden rimettere a posto le cose. È il tempo della pacificazione. La domanda è: come fare?

Ci sono due strade. La tentazione di un pezzo del Partito Democratico è di non dare quartiere a Trump. Va punito, scarnificato, demonizzato e poi dimenticato. A suggerire le loro mosse è lo spirito della vendetta. Non per come ha perso, neppure per i suoi quattro anni di governo, ma per come ha vinto e per quello che incarna. Trump è l'America che una certa America non vuole né vedere né sentire. Non importa che siano tanti o pochi. Non devono essere più contati. È una visione a cui si può dare il volto di Nancy Pelosi e di chi vuole internare il presidente sconfitto, togliergli al più presto il controllo delle armi nucleari e punirlo come traditore o affine. Non basta la vittoria politica. Serve una lezione morale. Su Trump deve cadere la spada della giustizia.

Il presidente Biden non condivide lo stesso pensiero. Non vuole giudicare Trump. Non evoca i tribunali. Sa che l'America non può permetterselo. Se si vuole davvero la pacificazione, la giustizia non può invadere il campo della politica. È un confine, perché nel nome della giustizia quel conflitto, quell'America in frantumi, andrà avanti per anni e anni e consumerà ogni speranza di futuro. Tutto finirà per incancrenirsi in una scelta binaria: Trump o non Trump. Il fantasma di Donald perseguiterà l'America per generazioni. Biden scommette sul punto e a capo. Trump è finito e noi andiamo avanti. Ci ha provato anche l'Italia della ricostruzione dopo il fascismo. I padri costituenti hanno cercato di lasciarsi alle spalle il passato. C'era bisogno di futuro. Da dove ricominciare? La scelta fu quella di sanare i crimini, gran parte di quelli dei vinti e qualcuno anche dei vincitori. È la famosa amnistia di Togliatti, grande capo del Pci e ministro della Giustizia del governo nato dalla Resistenza. Servì? Per ripartire probabilmente sì. Poi non basta una mano di spugna, serve anche fare i conti con quello che si è, con quello che è successo. La giustizia ha fatto il suo dovere negli anni di Tangentopoli, poi è rimasta accampata nel terreno della democrazia, non sempre con uno sguardo innocente.

La politica non è riuscita a resistere alla tentazione di usare la giustizia come arma preventiva o di soluzione finale. Il risultato è un Paese più di nemici che di avversari. E ancora si fatica dopo la vittoria o la sconfitta a scambiarsi il segno della pace.

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