Va bene il tifo, va bene l'esultanza e anche lo sfottò da stadio. Va bene tutto. Ma nel momento in cui il tifo degenera e diventa violenza, sia fisica che verbale, allora è necessario fermarsi tutti a riflettere. La semifinale del Campionato europeo tra Italia e Spagna è stata una bella pagina di sport. Le due squadre, che si sono sempre scontrate a viso aperto sui campi da gioco, anche questa volta non si sono risparmiate. Hanno giocato meglio loro e abbiamo vinto noi, anche questo è lo sport. Caroselli, trombette, popopopopo per le strade e sui social, innocenti prese in giro per i cugini spagnoli che lasciano il passo agli Azzurri per la finale. Tutto bello, per carità. Poi però è arrivata Alice Campello e giustamente ci ha riportati alla realtà, molto meno divertente.
Moglie italiana di calciatore spagnolo, di quel calciatore spagnolo che ha pareggiato dopo il momentaneo vantaggio di Federico Chiesa e che, per altro, gioca nel nostro campionato. Che affronto da parte di Morata all'Italia! Questo devono aver pensato gli intrepidi vendicatori da tastiera quando ieri si sono riversati sul profilo Instagram di Alice Campello, vomitandole addosso i peggiori insulti. Un esempio? "Tanto a tu figli ce pija un infarto, muoiono ste merde". E poi ancora minacce ad Alvaro Morata e alla stessa influencer, alla quale è stato detto di non postare la foto del gol del marito se non voleva essere bruciata in diretta Instagram.
Ma davvero? Nel momento in cui si arriva a minacciare di morte e soprattutto si augurano certe cose a dei bambini, è il momento di capire che c'è un problema molto grave che dev'essere risolto. Ovviamente l'indignazione per quanto subito da Alice Campello dura il tempo di una sigaretta. Quello che però deve fare riflettere in questa storia è che noi italiani ci siamo scagliati meno di 24 ore fa contro gli spagnoli e i sudamericani che accusavano la nostra connazionale di essere il tallone d'Achille del marito. Alvaro Morata non ha certo brillato in questi Europei ma ricevere minacce di morte da parte dei tifosi spagnoli per aver sbagliato alcuni gol, addossando le colpe alla moglie italiana, è davvero troppo. Noi italiani ci siamo giustamente indignati per quanto fatto dagli spagnoli. Poi però li abbiamo imitati.
Certo che siamo proprio strani. Esprimiamo solidarietà e insultiamo a in bae a come tira il vento e bene ha fatto Alice Campello a mostrare i nomi e i cognomi di chi le ha rivolto quelle ingiurie. Ora, con lo stesso impeto con il quale siamo capaci di tifare l'Italia del calcio, bisognerebbe fare quadrato attorno alla parte buona del tifo ed eliminare le mele marce.
'Ché la violenza non è solo quella dei bastoni e delle bombe carta dentro uno stadio ma anche quella che è stata riversata contro Alice Campello, che è solo l'ultima delle vittime che, purtroppo, finché non ci sarà un cambiamento di mentalità e una norma valida per la violenza social, non avrà giustizia.
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