L'ipocrisia del premier

O l'Italia combatte per vincere o subirà comunque la guerra, finendo per essere sconfitta e sottomessa alla dittatura islamica

L'ipocrisia del premier

L'Italia è messa veramente male con il capo di governo Renzi che accusa la stampa di avere «già messo elmetto e scarponi» e di fomentare «venti di guerra». Con il ministro degli Esteri Gentiloni che denuncia «fremiti e tamburi interventisti», assicurando che mai l'Italia invierà truppe terrestri in Libia: «La minaccia del Daesh in Libia non deve servire a giustificare spedizioni nel deserto».

La pretesa che prima si formi un governo di unità nazionale, che dovrebbe essere il frutto di un sodalizio contro-natura tra il governo laico riconosciuto internazionalmente e riparato a Tobruk, e i terroristi dei Fratelli musulmani che l'hanno spodestato occupando con la forza Tripoli, che poi sia questo governo a richiedere l'intervento delle forze straniere, che soltanto dopo l'Italia valuterà il suo coinvolgimento, è un'impresa improbabile, che corrisponde al voler riappacificare l'Egitto, che combatte i Fratelli musulmani, con la Turchia e il Qatar che sostengono i Fratelli musulmani e di fatto lo stesso Isis. In definitiva ha tutto il sapore del comportamento di chi è alla ricerca del pretesto per non intervenire.

Quest'Italia dei primati mondiali negativi, il più basso tasso di natalità e il più alto livello di tassazione, l'unico Stato che ha legittimato la clandestinità e che finanzia l'auto-invasione di clandestini, è oggi l'unico governo che nega l'evidenza della guerra scatenata dal terrorismo islamico, a tal punto globalizzato che è diventato una minaccia autoctona ed endogena, con decine di migliaia di terroristi islamici europei che colpiscono all'interno stesso dell'Europa massacrando altri cittadini europei condannati indiscriminatamente come miscredenti, nemici dell'islam.

Se il presidente francese Hollande la sera dello scorso 13 novembre ha imposto lo stato d'emergenza dicendo «siamo in guerra», se il 10 dicembre scorso il segretario alla Difesa americano Ash Carter ha chiarito che «la realtà è che siamo in guerra», se persino Papa Francesco, pur essendo pregiudizialmente contrario alla guerra, l'ha definita la «Terza guerra mondiale», prendiamo atto che Renzi è l'unico leader dei grandi Stati del mondo che si rifiuta di guardare in faccia alla realtà.

La realtà è che la guerra è già in atto, non è l'Italia che la deve proclamare. La verità è che l'Italia, che si è trasformata in un porto franco del terrorismo islamico, che ha consentito a centinaia di migliaia di clandestini non identificati di scorrazzare a piacimento in entrata e in uscita foraggiandoli con i soldi degli italiani, che insieme alla Chiesa si è invaghito dell'islam e favorisce la proliferazione delle moschee, è il Paese più a rischio. Anche se il ministro dell'Interno Alfano ripete che non ci sono riscontri concreti dell'imminenza di attentati terroristici, ignorando che con il terrorismo islamico micro-cellulare i cui membri sono votati al loro «martirio» non ci saranno mai riscontri.

Se c'è una guerra, non abbiamo alternativa a combattere fuori e dentro casa nostra.

È difficile che il pifferaio magico Renzi capisca che non ci sono fughe mentali alla guerra, e che o l'Italia combatte per vincere, o subirà comunque la guerra, finendo per essere sconfitta e sottomessa alla dittatura islamica.

magdicristianoallam.it

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