L'Italia cambia colori: altre Regioni finiscono in giallo

Sono tre le Regioni che cambieranno colore, mentre altre tre si salvano. In totale saranno 7 le Regioni colorate di giallo

L'Italia cambia colori: altre Regioni finiscono in giallo

Sono arrivate a sette le Regioni e le Province che da lunedì prossimo saranno colorate di giallo. Le new-entry sono Liguria, Veneto, Marche e Provincia autonoma di Trento che si vanno ad aggiungere a Friuli-Venezia Giulia, Calabria e Provincia autonoma di Bolzano ancora fuori dai parametri. Le nuove Regioni colorate di giallo hanno infatti superato due soglie di sicurezza dei ricoveri, il 15% dei letti occupati nei reparti di medicina generale e il 10% di quelli in terapia intensiva. Domani il dato verrà ufficializzato dalla Cabina di regia. Con l’impennata dei nuovi casi arrivata a quota 50mila al giorno, il governo è sempre più convinto delle scelte fatte per cercare di arginare i contagi. Oltre a nuove regole per chi vorrà entrare in Italia, non si esclude anche l’obbligo di tampone anche per i soggetti vaccinati che vorranno assistere a grandi eventi.

Non accadeva dallo scorso marzo

Sono molti gli esperti convinti che l’incidenza dei casi legati alla variante Omicron aumenterà anche nel nostro Paese, anche se al momento in Italia la prevalenza della variante è ancora ferma allo 0,19%. Silvio Brusaferro, presidente dell'Iss, l’Istituto superiore di sanità, ha sottolineato: "Ci aspettiamo un aumento, ce lo dice il Centro europeo per il controllo delle malattie (Ecdc) e ce lo dicono le esperienze che arrivano da altri paesi. Siamo ancora nella battaglia e anche se abbiamo una condizione di crescita più controllata è pur sempre una crescita". E in effetti nelle ultime 24 ore sono stati registrati 26.109 casi e 123 morti. Un numero così alto di nuovi casi non si vedeva dallo scorso marzo.

Secondo quanto emerso dal report settimanale della Fondazione Gimbe da ormai due mesi la corsa del Covid-19 non accenna a rallentare e si potrebbe andare "verso una pericolosa congestione degli ospedali". Nel periodo compreso tra l'8 e il 14 dicembre i nuovi casi e i decessi hanno avuto un aumento del 18% rispetto alla settimana precedente, i ricoveri in area medica del 17,9% e quelli nelle terapie intensive dell'11,2%. Anche le rianimazioni hanno avuto un aumento nelle ultime 24 ore di 47 ingressi, portando così a un totale di 917 pazienti. Nel report viene però anche precisato che, nonostante continui ad aumentare la pressione sugli ospedali, nelle ultime settimane si è ridotta la percentuale dei ricoverati sul totale degli attualmente positivi. Nei reparti ordinari si è infatti passati da una media del 3,47% al 2,41%, mentre nelle intensive dallo 0,47% allo 0,30%. Questo dato sarebbe principalmente dovuto all’incremento delle dosi booster.

Come detto all’inizio, salvo colpi di scena dell’ultimo minuto, da lunedì 20 dicembre entreranno in zona gialla anche la Liguria, il Veneto, le Marche e la Provincia autonoma di Trento. L’unica possibilità di salvarsi potrebbe essere data dall’aumento dei posti letto nei reparti da parte delle Regioni, e non da un miglioramento dei dati epidemiologici. Le quattro new-entry andranno a raggiungere il Friuli-Venezia Giulia, la Calabria e la Provincia di Bolzano. Sono invece altre 3 regioni a essersi salvate in extremis, ovvero Emilia Romagna, Lazio e Valle d'Aosta, perché uno dei 3 parametri si trova ancora sotto la soglia critica. Anche la Lombardia si salva per poco, visto che si trova al 14% e al 9,5%. Il governo, a fronte di questi dati, non vede altra soluzione che cercare di arrestare la diffusione della variante Omicron, spingendo da una parte sulla campagna vaccinale, e dall’altra su nuove restrizioni. Per quanto riguarda l’incidenza settimanale calcolata dallo scorso venerdì a oggi, è la Provincia di Bolzano ad avere il dato più alto con 566, seguita dal Veneto con 505, dal Friuli con 376 e dalla Liguria con 313.

Le nuove restrizioni

La prima misura è stata quella introdotta con l’ordinanza firmata dal ministro della salute Roberto speranza che ha emesso l’obbligo di tampone anche per i soggetti vaccinati che entrano in Italia da un Paese europeo, oltre a 5 giorni di quarantena fiduciaria per i non vaccinati. Il ministro ha spiegato: "In queste ore la nostra priorità non può che essere quella di continuare ad impegnarci per mettere in sicurezza il paese e per continuare a tenere un alto livello di sorveglianza, per evitare che i numeri del contagio e le ospedalizzazioni possano crescere in maniera troppo significativa".

Franco Locatelli, presidente del Consiglio superiore di sanità e coordinatore del Cts, non ha escluso la possibilità che possa essere introdotto l'obbligo del tampone anche per i vaccinati che vogliono accedere ai grandi eventi. Locatelli ha parlato di “un'ipotesi da considerare se la situazione epidemiologica dovesse peggiorare".

Possibile anche che venga ripristinato l’obbligo di indossare la mascherina anche all’aperto, che tra l’altro alcuni governatori e sindaci hanno già introdotto attraverso le loro ordinanze. La normativa vigente prevede comunque che venga indossata all’aperto in caso di assembramenti o situazioni in cui non sia possibile mantenere la distanza di sicurezza.

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