"L'Italia è un posto di merda". Il tunisino che nel dicembre 2015 proferì questa frase, mentre le forze dell'ordine stavano effettuando le procedure di identificazione, ora è stato rinviato a giudizio per il reato di vilipendio alla nazione.
Un reato che fino al 2006 prevedeva una pena massina di tre anni di carcere mentre ora al massimo si rischia una sanzione da cinquimila euro. L'avvocato del tunisino, Mauro Straini, che poi risultò irregolare, ha depositato un' eccezione di legittimità costituzionale perché, come si legge su Repubblica, considera l'articolo 291 del codice penale, introdotto durante il regime fascista, contrario all'articolo 21 della Costituzione che difende la libertà di manifestazione del pensiero.
Per l'avvocato del tunisino insultare l'Italia è lecito perché dire "L'Italia è un posto di merda" è soltanto l'espressione di un'opinione negativa che più volte si trova anche sulla bocca di chi ricopre ruoli di potere. Ora tocca al giudice penale stabilire se respingere la richiesta di eccezione costituzionale oppure accoglierla e aspettare che si pronunci la Corte Costituzionale.
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