La Guardia di finanza ha smascherato una maxi truffa nel settore energetico che portava all’aumento delle bollette. Sono 22 gli arresti effettuati tra Italia e Germania e sono stati sequestrati beni per 41 milioni di euro. Questo il bilancio dell’operazione “Carta Bianca” messa a segno dai finanzieri. I soldi guadagnati venivano poi investiti in criptovalute e nel mercato immobiliare.
L'inchiesta e il blitz
Grazie al coordinamento di Eurojust, questa operazione di stampo internazionale è stata messa in atto in stretta collaborazione con le autorità tedesche attraverso la costituzione di una Squadra Investigativa comune tra la procura di Aosta e quella di Duisburg. La Guardia di finanza di Aosta, coadiuvata dal Servizio centrale di investigazione sulla criminalità organizzata, dal Nucleo speciale spesa pubblica e Repressione frodi comunitarie, dal Nucleo speciale tutela privacy e Repressione frodi tecnologiche, ha applicato in varie regioni italiane una ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal giudice per le indagini preliminari di Torino, nei confronti di 17 soggetti. Questi sono indagati per associazione a delinquere, truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche e riciclaggio di denaro. Gli accusati risiedono nelle province di Torino, Brescia, Napoli, Salerno, Foggia e Barletta-Andria-Trani. Tra loro ci sarebbero anche un commercialista e il dipendente di un istituto bancario mentre altri due, corrieri di denaro contante, fermati anche loro per riciclaggio, percepivano il reddito di cittadinanza.
Questa mattina, in contemporanea la Polizia criminale di Duisburg ha eseguito 5 arresti nei confronti di un italiano residente in Svizzera e di quattro tedeschi, uno di questi risulta domiciliato nella provincia di Catania. Tutti sono stati fermati con l’accusa di riciclaggio. Decine le perquisizioni eseguite di pari passo con gli arresti. Diversi anche i conti correnti sequestrati, oltre a disponibilità finanziarie, immobili e criptovalute, per un valore di 41 milioni di euro. Tutti soldi provenienti dalla maxi truffa. I fatti risalgono al periodo compreso tra il 2016 e il 2020. Gli indagati sono in totale 113.
La truffa dei certificati bianchi
Per la truffa è stato utilizzato il meccanismo dei certificati bianchi. Le aziende possono assolvere al proprio obbligo realizzando progetti di efficienza energetica che diano diritto ai "certificati bianchi", o anche acquistando i certificati stessi da altri operatori del settore, chiamati Energy Service Company (E.S.Co.), ovvero le società che scelgono volontariamente di realizzare progetti di riduzione dei consumi negli usi finali di energia. Il Gestore dei Servizi Energetici S.p.a. (GSE), società a partecipazione pubblica, riconosce sia alle aziende distributrici, sia alle E.S.Co., un controvalore in certificati che equivale al risparmio di energia derivante dagli interventi che sono stati realizzati. La truffa è stata attuata dalle E.S.Co. individuate attraverso l'ottenimento indebito di certificati bianchi per un valore totale di 27 milioni di euro. Soldi che sono stati finanziati anche a spese degli utenti finali, attraverso i prelievi effettuati sulle bollette energetiche alla voce "oneri di sistema".
I certificati sono poi liberamente scambiabili sul mercato dei Titoli di Efficienza Energetica gestito dal Gestore dei Mercati Energetici S.p.a. (GME). Il meccanismo finisce con la presentazione annuale dei "certificati bianchi" presso il GSE da parte delle aziende distributrici che dimostrano così di aver raggiunto gli obiettivi di risparmio che si erano inizialmente prefissati e, allo stesso tempo, maturano il diritto all'ottenimento del contributo tariffario in denaro da parte della Cassa per i Servizi Energetici e Ambientali.
Il denaro riciclato
Per la realizzazione di questa truffa sono stati presentati 95 falsi progetti riguardanti lavori mai effettuati, soprattutto sostituzione di caldaie, coibentazione di pareti, cappotti termici, su immobili realmente esistenti che, insieme a ditte e persone all’oscuro di tutto, sono stati individuati attraverso delle normali ricerche su internet. Dei proventi illeciti, più di 27 milioni di euro, 14 milioni sono stati oggetto di riciclaggio attraverso un sistema ormai ben collaudato di false fatturazioni tra le otto E.S.Co. e numerose società italiane ed estere condiscendenti.
Il denaro, che veniva velocemente bonificato su conti aperti in Albania, Bulgaria, Germania, Liechtenstein, Malta, Principato di Monaco, Slovenia, Spagna, Svizzera, Regno Unito, Ungheria, rientrava poi in Italia in contanti, attraverso corrieri, per poi essere reinvestito in strumenti finanziari, criptovalute e immobili di lusso tra cui anche due ville a Ischia e Ventotene.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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