Fototrappole per orsi e lupi per scovare e bloccare i migranti che entrano in Italia percorrendo i sentieri sul Carso. L'annuncio della regione Friuli Venezia Giulia è destinato a scatenare le polemiche, ma per l'assessore regionale alla Sicurezza, Pierpaolo Roberti, le fototrappole "potrebbero essere una soluzione di rapida e semplice attuazione che favorirebbe in maniera rilevante il lavoro degli agenti di pattuglia sui confini".
Da anni infatti la piccola regione del nord est si trova a fare i conti con gli ingressi di migliaia di immigrati. Dopo aver percorso la rotta balcanica dalla Grecia fino alla Slovenia, il viaggio per la maggior parte di loro finisce in Italia. Imboccano i sentieri carsici durante la notte per non essere avvistati e in poche ore di cammino si trovano a Trieste. Nel 2018 l'allora ministro dell'Interno Matteo Salvini e il governatore della Regione Massimiliano Fedriga avevano messo in campo un piano per incrementare i pattugliamenti. Ma nonostante l'aumento degli agenti, controllare tutte le aree boschive di confine non è facile. Così sono state adottate altre misure: oltre a droni e visori notturni, è partito un servizio di pattugliamento congiunto con la polizia slovena. Si era anche parlato di un muro di filo spinato al confine per arginare il flusso che non sembra volersi fermare.
Pochi giorni fa, l'allarme del sindacato di polizia a Trieste. "Nell'indifferenza del governo, il personale della polizia di frontiera deve affrontare una mole di lavoro pesantissima con un organico ridotto ai minimi termini da politiche ministeriali che non prendono in dovuta considerazione la situazione del confine orientale trattandola come secondaria ma che con i numeri in possesso sembra essere una vera e propria emergenza quasi pari alla rotta mediterranea", ha tuonato Alessio Edoardo, sindacalista segretario generale provincia dell'FSP.
E così ora arriva l'annuncio dell'assessore regionale alla Sicurezza, Pierpaolo Roberti. "La Regione Fvg è pronta ad acquistare fototrappole da posizionare sui sentieri in prossimità dei confini per individuare in tempo reale i transiti di immigrati irregolari. Questi sistemi di rilevazione ottica trasmetterebbero i dati raccolti all'Amministrazione regionale e alle Forze dell'ordine, permettendo così interventi mirati e aumentando il numero di riammissioni, in particolare verso la Slovenia", ha spiegato.
I dispositivi utilizzati per monitorare la fauna selvatica potrebbero quindi arrivare a breve sul Carso. "Si tratta di apparecchiature poco costose che, grazie a specifici software, possono essere tarate per individuare solo la presenza umana", ha precisato l'assessore.
"La Regione - ha poi concluso Roberti - è al fianco delle forze dell'ordine, alle quali intendiamo garantire il massimo supporto possibile per contrastare i flussi migratori irregolari. In tale senso, il ricorso alle fototrappole potrebbe essere una soluzione di rapida e semplice attuazione che favorirebbe in maniera rilevante il lavoro degli agenti di pattuglia sui confini".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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