Migranti, i preti sono stanchi: "Non possiamo subire ricatti"

Una nuova marcia dei migranti ospitati a Cona verso Padova. La prima notte i parroci li hanno accolti, poi hanno chiuso le porte

Migranti, i preti sono stanchi: "Non possiamo subire ricatti"

Non sempre le porte delle chiese sono aperte ai migranti. Dopo il caso di Bologna, dove solo pochissime parrocchie hanno dato disponibilità all'accoglienza, lo stesso accade anche a Padova.

Forse ricorderete quanto successo nei giorni scorsi a Cona, dove centinaia di immigrati hanno marciato per chiedere di essere spostati dal centro profughi in provincia di Venezia che ospita 850 persone. Una lunga marcia che era stata interrotta a Campolongo dalla polizia. Il patriarca di Venezia era intervenuto per intercedere nella trattativa, offrendo ai migranti ospitalità nelle parrocchie di Mira. Quando il giorno seguente i migranti hanno ottenuto il trasferimento tanto sperato, allora in tanti avevano pensato che la storia si fosse conclusa. Ma non è andata così. Perché nei giorni successivi altri 54 immigrati hanno tentato la marcia di protesta questa volta verso Padova e sono andati a chiedere un posto per dormire alle parrocchie della città di Sant'Antonio. Questa volta, però, la risposta non è stata quella sperata.

Come scrive La Verità, infatti, la Diocesi di Padova, dopo aver messo a disposizione un locale per la prima notte "poi ha chiuso le porte".

Il discorso è chiaro: "Non possiamo essere ricattati dai profughi e da chi sostiene la loro fuga - ha detto don Marco Cagol, vicario episcopale per le relazioni con il territorio - La prima sera ci siamo trovati nella situazione di doverli accogliere, ma non vogliamo che questo diventi un modus operandi dei ragazzi. Siamo addolorati per la loro condizione e siamo d' accordo con loro che hanno diritto ad una vita migliore, ma devono utilizzare i mezzi giusti per raggiungere i loro legittimi obiettivi".

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