Milano, blitz anarchico contro l’Alta velocità

Trovate tre molotov e la scritta "No Tav", traffico in tilt per sei ore. Cancellieri: "Mai abbassare la guardia"

Milano, blitz anarchico contro l’Alta velocità

Milano - Gli elementi per accusare la componente anarchica dei No Tav, secondo la Digos di Milano, ci sono tutti: la tematica della lotta per la difesa del territorio, l’utilizzo delle bottiglie molotov contenenti benzina, l’idea del sabotaggio studiato «a tavolino» per colpire la rete ferroviaria e, perciò, i trasporti.
Senza contare le numerose scritte a tema che «firmano» il gesto. Così gli investigatori vedono senza ombra di dubbio una mano «anarco-insurrezionalista» dietro l’attentato incendiario che domenica notte, poco dopo le 2.30, ha distrutto un Pba (Posto di blocco automatico) sulla massicciata ferroviaria tra le stazioni di Rogoredo e Lambrate. Si tratta di una piccola cabina che custodisce le centraline elettriche che regolano la segnaletica elettronica dei treni sulle linee ferroviarie Milano-Genova e Milano-Bologna. In quel punto, alla periferia est della città, di queste centraline ce ne sono quattro e altrettante, infatti, sono state le bottiglie contenenti benzina che sono state lanciate dai sabotatori, ma fortunatamente solo una è andata a segno, costringendo i conducenti dei treni interessati, con la segnaletica ko, a viaggiare a vista dalle 2.50 fino alle 8.30, con conseguenti rallentamenti e ritardi a catena.
Tuttavia la circolazione ferroviaria non è mai stata interrotta e, sei ore più tardi, l’efficienza degli impianti della segnaletica su entrambe le direttrici ferroviarie di Genova e Bologna era già stata completamente ripristinata. I danni, però, restano e i costi sono ingenti. L’assessore regionale alle Infrastrutture e alla Mobilità, Raffaele Cattaneo, dopo un sopralluogo fatto ieri alla stazione di Lambrate, parla di un milione di euro. «E - sottolinea - se i tecnici non fossero intervenuti solo 20 minuti dopo la segnalazione quest’azione avrebbe potuto bloccare completamente il servizio in Lombardia».
Gli investigatori, vista la galassia di scontenti potenzialmente infinita rappresentata dagli oppositori della nuova linea ferroviaria Torino-Lione, sono convinti che, sul fronte di sabotaggi, attentati e ordine pubblico, ci aspettino tempi molto difficili. E le firme sul luogo dell’attentato lo confermano. Su una seconda centralina, accanto a quella incendiata, è stata trovata, infatti, una scritta vergata con la vernice che recitava il solito «No Tav» e un’altra «Sole e Baleno». Proprio domani, infatti, ricorre l’anniversario del suicidio di Edoardo Massari, morto suicida nel 1998 e considerato con Maria Soledad Rosas - Sole e Baleno, appunto - vere e proprie bandiere dell’anarchia italiana, ma anche internazionale. Lei morì suicida nel luglio ’98: solo nel 2001 una sentenza della Cassazione avrebbe scagionato i due antagonisti, sospettati di alcuni atti violenti contro la linea ad alta velocità Torino-Lione negli anni Novanta. Il ministro dell’Interno, Anna Maria Cancellieri, che ieri era in visita a Bergamo, ha spiegato che «le ferrovie sono un punto nevralgico molto delicato, sul quale occorre molta attenzione». «Non bisogna abbassare mai la guardia - ha dichiarato il ministro - mantenere fermo il principio che comunque si va avanti, che certamente si va avanti. Cercheremo di essere molto attenti».


«Il problema della Tav - ha concluso la Cancellieri - è aperto, apertissimo e gli inquirenti vedranno se troveranno corrispondenza tra chi ha lasciato le scritte e chi ne è stato l’autore». Il movimento No Tav intanto nega il suo coinvolgimento: «Queste azioni - dice una nota ufficiale - non rientrano nelle nostre metodologie di lotta».

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