"Miriamo a rovesciare Putin", i rischi di armare Kiev e i confini: quindi, oggi...

Quindi, oggi...: i sondaggi a Mosca, l'ossessione di Saviano e l'avvertimento del generale Bertolini

"Miriamo a rovesciare Putin", i rischi di armare Kiev e i confini: quindi, oggi...

- al pari dei complottisti che vedono Soros dietro anche ai tradimenti della propria moglie, Saviano qualsiasi cosa accada ci piazza in mezzo la mafia. Se non è la Camorra, si tratta di mafia russa. Se non è l’Organizacija, allora spunta quella ucraina. Magari la Yakuza. Gli antichi mi pare la chiamassero ossessione

- da ascoltare il discorso del generale Bertolini, uno che di guerra guerreggiata se ne intende. Dice: gli aiuti militari (bombe, mitragliatrici, missili, carri) che stiamo mandando all’Ucraina non saranno “significativi” nella guerra contro Putin. Però avranno un effetto: quello di “schierarci sempre di più” in questa contrapposizione. Col rischio che lo Zar passi dalle minacce nucleari a magari qualcos’altro. “L’Alleanza atlantica e l’Europa - dice Bertolini - dovrebbero mantenere se non equidistanza, una posizione più distaccata”. Perché va bene cercare la pace, ma “non possiamo pretendere che questo scontro finisca con la distruzione, la sconfitta, di uno dei due contendenti”. Fermiamoci e pensiamo: armare l’Ucraina serve solo a farla difendere o rischia soprattutto di gettare benzina sul fuoco?

- sono scomparsi i pacifisti: le “divise che fanno paura” adesso vengono soppiantate dalla gioia di spedire casse di armamenti all’Ucraina. Dopo i talebani che si preoccupano per i civili ucraini, un altro sintomo dell’avvicinarsi dell’Apocalisse

- interessante riflessione di Toni Capuozzo, in parte simile a quella del generale Bertolini. Mille spunti: 1) nessuno ha tutte le ragioni, nessuno ha tutti i torti; 2) occhio ad armare l’Ucraina anziché cercare la pacificazione, perché a furia di stuzzicare l’orso russo si rischia il patatrac; 3) sappiate che per ora l’azione militare russa è limitata: vi ricordate Aleppo? Vi ricordate Grozny? Se decidesse di conquistare Kiev senza pensare potrebbe farlo sganciando bombe dai caccia; 4) “Siate realisti. Sul fuoco si getta una coperta, lo si soffoca. Non benzina. Tra sconfiggere Putin ed evitare un conflitto mondiale, scelgo la seconda”.

- altra questione, curiosa. Oggi il portavoce di Boris Johnson ha avuto un “lapsus” (così dicono da Downing Street): durante un briefing con la stampa ha detto che l’obiettivo delle sanzioni è quello di “rovesciare il regime di Putin”. Una ipotesi incredibile, subito smentita, ma che Capuozzo aveva nel suo post “annusato” così: “Non vorrei che a Washington qualcuno, ringalluzzito dalla tenuta dell’esercito e dei cittadini ucraini, pensasse che è l’occasione per far pagare l’azzardo a Putin, per farlo ritornare vinto a casa, a vedersela con un paese umiliato, con qualcuno che pensi di soppiantarlo”. Ripeto: Putin sarà un invasore, sarà nel torto marcio, sarà in difficoltà. Ma il bottone rosso è pur sempre in mano sua: occhio

- fidarsi dei sondaggi è bene, non fidarsi meglio. In particolare durante una guerra se questi sono diffusi da una delle parti in causa, Mosca in questo caso. Però credo sia un dato interessante, da valutare. Secondo un sondaggio condotto dalla Russian Public Opinion Research Center per l’agenzia Interfax il 68% dei russi si è espressa a sostegno dell’operazione militare speciale russa in Ucraina. Frutto della propaganda? Possibile, forse probabile. Ma curioso. E che va collegato con quanto detto ieri dall’inviato Rai a Che tempo che fa: dopo otto anni di guerra, tra la popolazione russa c’è molta “solidarietà” verso i russofili del Donbass.

Da qui ad appoggiare un’invasione su larga scala dell’Ucraina ce ne passa, ovviamente: ed è un’incognita la reazione dei russi…

- miracoli della guerra. Repubblica, nell’editoriale di Ezio Mauro, scopre la “sacralità dei confini”. Sono quasi emozionato

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