Appiccava le fiamme in una zona a tutela ambientale ma era un forestale. I carabinieri della Compagnia di Monreale, su delega della Procura della Repubblica di Palermo, in esecuzione di un’ordinanza del Gip del Tribunale di Palermo, hanno arrestato due persone, padre e figlio, ritenute responsabili a vario titolo dei reati di furto pluri aggravato in continuazione e in concorso, peculato e incendio boschivo.
Pietro Cannarozzo era un operaio del Servizio antincendio dell’azienda foreste e territorio della regione siciliana. Insomma un forestale che invece di tutelare e salvaguardare i boschi gli dava fuoco. Nella sua opera di distruzione c'era anche il figlio, Angelo, che con spietata strafottenza organizzava dove e quando appiccare il fuoco. Le indagini, svolte dai Carabinieri di Monreale sono nate a seguito di una serie di gravi episodi incendiari, di matrice dolosa, che hanno interessato la zona boschiva dell’agro di Monreale tra il mese di giugno e i primi giorni di agosto del 2017.
Nelle intercettazioni, il figlio parlava al padre di come bruciare per alimentare ancora di più le fiamme, senza preoccuparsi delle conseguenze che le fiamme potevano avere sulle case: "Che minchia mi interessa a me - dice al telefono -. Che è casa mia?". L'estate 2017 è ancora un ricordo vivo per gli abitanti della zona.
Per giorni la puzza di fumo è entrata dentro le abitazioni, le fiamme hanno lambito le case e per giorni è mancata la luce e l'acqua corrente. "Quando si brucia devo essere da solo - dice Angelo Cannarozzo -. Non voglio nessuno accanto a me".Le indagini hanno permesso di individuare nel forestale il responsabile degli incendi del 18 giugno 2017, appiccato a Palermo nel vallone alle spalle della via Torrente d’Inverno, che ha distrutto 5000 mila metri quadrati di vegetazione. E in seguito il 13, il 17 e il 25 luglio 2017, ha appiccato il fuoco in zona piano Geli nel comune di Monreale. Incendi che hanno interessato diversi ettari di macchia mediterranea, richiedendo mirati e prolungati interventi per lo spegnimento delle fiamme. In particolare, l’incendio del 25 luglio è arrivato a minacciare le abitazioni presenti nell’area danneggiando anche alcuni cavi elettrici con la conseguente interruzione dell’erogazione di energia elettrica nella borgata.
L'uomo ha anche commesso una serie di furti: dal ferro che rubava dalla segnaletica stradale per poi essere rivenduto, ad una telecamera installata proprio in una zona spesso interessata dagli incendi che avevano colpito l’agro monrealese. Nel capanno degli attrezzi del forestale sono stati rinvenuti diversi attrezzi agricoli: motoseghe e decespugliatori, senza il numero di matricola ed etichetta identificativa, ma di proprietà della Forestale.
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