Qualcuno lo chiamerebbe eroe ma Alfredo Cesarini si limita a dire di aver solo fatto il suo dovere. Lui è il sindaco di Santa Maria Nuova, un piccolo centro abitato marchigiano della provincia di Ancona. Oggi si trova ricoverato in ospedale, attaccato all'ossigeno: è stato contagiato dal coronavirus. Non fa parte delle persone fragili, non è un operatore sanitario e non è un over ottanta, pertanto non è ancora stato inserito nella lista dei vaccianabili. Tuttavia, lo scorso marzo ha avuto la possibilità di ricevere una dose di vaccino avanzata in una residenza per anziani, dove furono gli stessi ospiti a proporre che a riceverla fosse il sindaco. Alfredo Cesarini, però, ha declinato la proposta e l'ha ceduta al funzionario comunale che in quella casa di riposo lavora come supervisore.
"Da un anno non riuscivamo a fare i controlli perché non riuscivamo ad accedere alla struttura. Allora ho detto al mio funzionario: 'Falla tu, così puoi controllare meglio'", ha detto il sindaco di Santa Maria Nuova nel spiegare il suo gesto. Non poteva immaginare che a distanza di un mese il coronavirus avrebbe bussato anche alla sua porta ma, come dichiara oggi, non cambierebbe comunque la sua decisione. "Rifarei la stessa scelta costi quello che costi. Da sindaco voglio dare l'esempio che le leggi vanno rispettate e io devo essere il primo a farlo", ha detto il primo cittadino, consapevole del suo ruolo. È intervenuto pochi giorni fa a Mattino5, ospite di Francesco Vecchi, per raccontare la sua storia e aggiornare sulle sue condizioni di salute: "Sto migliorando notevolmente, sono stati fatti dei bei progressi, ma non si vede ancora la via d'uscita. La mia non sarebbe stata una furbata perché ne avevo pienamente diritto, però ho ritenuto giusto trasmettere il messaggio che dobbiamo tutti rispettare le leggi e le regole".
Sui social ha dato una stoccata non da poco ad Andrea Scanzi, che da qualche settimana si trova nell'occhio del ciclone per aver ricevuto la dose di vaccino in Toscana, regione nel pieno del caos vaccinale.
Alfredo Cesarini ha preferito ispirarsi a Sergio Mattarella piuttosto che al giornalista de Il Fatto Quotidiano e sul suo post su Facebook spiega perché: "Io non mi chiamo Andrea, non sono 'l'unto' pagato per sputare veleni e per pontificare in TV e poi... E quindi aspetterò il mio turno, come ha fatto il Presidente Mattarella".
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