Padova, tenta di estorcere 150 mila euro all'amante: arrestata

Prima la relazione clandestina, poi il ricatto e la tentata estorsione: "Ride bene chi ride ultimo"

Padova, tenta di estorcere 150 mila euro all'amante: arrestata

Una 42enne orginaria di Treviso è stata arrestata dai carabinieri di Padova, con l'accusa di tentata estorsione ai danni di un facoltoso imprenditore, suo datore di lavoro.

La donna, Sara Andretta, era stata assunta, nell'aprile del 2017, nell'azienda di Paolo, 55enne industriale di Padova. Alcuni mesi dopo, tra i due era iniziata una relazione clandestina, dato che l'uomo era sposato. Ma a dicembre le cose erano degenarete, come racconta lo stesso imprenditore, le cui dichiarazioni sono state riprese dal Corriere della Sera, perché Sara "non voleva essere seconda a nessuno" e chiedeva a Paolo di lasciare la moglie.

A fine marzo, inoltre, scade il contratto che legava la donna alla ditta e lei ne approfitta per chiedere al suo datore di lavoro una buona uscita di 150 mila euro. Se Paolo non avesse pagato quei soldi, Sara avrebbe raccontato tutto alla moglie. Un ricatto in piena regola, che comprendeva anche la minaccia di rivelare segreti di profilo economico. L'imprenditore si è allora rivolto ai carabinieri, denunciando la sua amante. I militari hanno messo in atto una strategia per incastrare la donna: l'uomo avrebbe dovuto recarsi all'appuntamento concordato con Sara, per la consegna dei primi 20 mila euro e in quell'occasione sarebbero intervenute le forze dell'ordine. Così, quando Paolo ha incontrato la donna, gli investigatori l'hano arrestata, non appena preso il denaro.

Gli inquirenti hanno potuto ricostruire la dinamica del ricatto, effettuata sempre con lo stesso copione: mail e telefonate minatorie, nelle quali Sara non usava mezzi termini, per far capire all'ex amante le sue intenzioni. In una delle ultime lettere in posta elettronica, la donna aveva previsto che "ride bene chi ride ultimo", ammettendo di avere ben chiaro il suo obiettivo e di riuscire quasi sempre a raggiungerlo, perché "sono molto intelligente, oltre che bella. Ma io preferisco definirmi diabolica". Sara lamentava, inoltre, di non ever percepito abbastanza per le sue prestazioni sessuali: "Sesso per tutti questi mesi a soli 1.500 mensili?". Ma, a detta dell'imprenditore, l'ex amante non aveva mai accennato al pagamento.

La donna, davanti al giudicie di Padova, che le ha revocato i domiciliari, impedendole però di avvicinarsi a Paolo, si è difesa sostenendo che il suo gesto non possa essere definito estorsione, perché"dopo essere rimasta senza lavoro mi aveva detto che mi avrebbe aiutata e non l'ha fatto".

Ma sembra che Paolo non sia l'unica vittima dei ricatti di Sara. Infatti, l'imprenditore ha fatto ascoltare ai carabinieri la registrazione di una telefonata, durante la quale la donna sosteneva di percepire dai suoi uomini una somma di denaro, che segnava su un block notes.

Infatti, i militari dell'Arma hanno accertato che Sara Andretta fosse in possesso di numerosi capi di abbigliamento e scarpe, oltre che di una Mercedes da 35 mila euro, acquisti non conciliabili con i redditi da lei dichiarati.

Il pm Sergio Dini chiederà il giudizio immediato per il ricatto dell'imprenditore, rispetto al quale la donna sembra orientata al patteggiamento.

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