Palù smonta i nuovi contagi: "Non è la seconda ondata"

Il microbiologo dell'università degli studi di Padova analizza gli ultimi dati e invita alla calma: "Quelli che osserviamo sono casi sporadici. Non si tratta dell’esordio di una nuova ondata, anzi, sono recrudescenze di casi in una curva discendente"

Palù smonta i nuovi contagi: "Non è la seconda ondata"

Mentre continua a crescere l'allarme per i nuovi casi di Coronavirus, anche il dottor Giorgio Palù, microbiologo dell’università degli studi di Padova, cerca di ristabilire la calma, analizzando con mente critica i nuovi numeri. Proprio come il professor Alberto Zangrillo del San Raffaele di Milano, che nei giorni scorsi ha voluto specificare che risultare positivi al Covid-19 non significa essere malati, ed il dottor Matteo Bassetti del San Martino di Genova, il quale ha aggiunto che dovremo abituarci a convivere con il virus, senza allarmismi e futuri lockdown, anche Palù ha analizzato i dati attuali, invitando a mantenere la lucidità.

"Quelli che osserviamo sono casi sporadici, che interessano dai 300 ai 600 casi, e dipendono dal numero di tamponi disponibili o dall’accessibilità dei laboratori nei fine settimana. Non si tratta necessariamente dell’esordio di una nuova ondata, anzi, sono recrudescenze di casi in una curva discendente", ha spiegato il microbiologo all'"Agi". Bene la prudenza, ma non c'è motivo di farsi prendere dal panico, dunque.

"Dobbiamo segnalare che i casi sono circoscritti e localizzati. Nei primi mesi si trattava di contagi di importazione clandestina e turistica, ora dipendono dal ritorno dalle vacanze, dagli assembramenti e dalle movide, tant’è vero che l’età media è scesa dai 65 ai 35 anni", ha proseguito il professore, aggiungendo che l'ambiente ed il clima stanno venendo in nostro aiuto, dal momento che "in estate l’incidenza di raggi ultravioletti nel nostro emisfero è quasi perpendicolare e raggiunge circa quattro elettronvolt". In questo modo, quindi, la luce solare renderebbe inattivo il virus.

Cosa accadrà con la fine dell'estate? Il freddo, ha spiegato Palù, renderà più facile la trasmissione. In questo periodo, però, il patogeno sta circolando di meno. Impensabile, in ogni caso, un secondo lockdwn. Necessario "sottolineare che i numeri sono importanti e devono farci riflettere", ha proseguito Palù: "in Italia, dove la mortalità ha raggiunto il 14%, la disponibilità era di circa cinquemila posti letto, in Germania erano 55mila e, pur senza un lockdown restrittivo, la mortalità è stata del 3%". I dati ricavati, anche grazie alle analisi dell'Oms, devono "spingerci a mantenere il controllo della situazione, proprio per evitare che sia necessario proclamare nuovamente la quarantena. Abbiamo bisogno di far ripartire l’economia e le scuole, che rappresentano un valore primario della società a cui non possiamo rinunciare se ci sono le condizioni di sicurezza adeguate".

Così come il professor Zangrillo invita a non "ricorrere alla paura", anche Palù ha spiegato come tutti i virus, col tempo, tendano a convivere con l'uomo. "Questo è il primo virus pandemico che appartiene alla famiglia dei coronavirus, ma tutti i virus dell’influenza si sono comportati in modo simile, da un momento iniziale di rapida diffusione fino alla convivenza con l’essere umano. Come regola generale vale il fatto che un virus letale tende a sparire, perchè uccide il proprio ospite, mentre gli agenti patogeni non mortali tendono a convivere con noi", ha infatti dichiarato. "Un secondo lockdown sarebbe devastante per la nostra economia, soprattutto se non fosse giustificato dai numeri e dalle statistiche. Sarebbe più opportuno indire quarantene selettive, uniformando le decisioni a livello europeo".

Quanto alle discoteche, Palù ha ritenuto giusta la decisione del governo di chiuderle, ma "ci sono situazioni ancora rischiose, ad esempio nei treni a lunga percorrenza o nelle compagnie low cost in cui si viaggia a

contatto ravvicinato. In questi casi bisognerebbe studiare soluzioni alternative, come mascherine filtranti efficaci o distanziamenti più significativi". Il pericolo, insomma, non sarebbe solo nei locali notturni.

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