Papa Francesco: "Acqua e fogne, diritto per tutti"

Papa Francesco visita Kangemi, quartiere povero di Nairobi, dove vivono almeno centomila persone in condizioni di estrema miseria: "Mi sento a casa"

Papa Francesco: "Acqua e fogne, diritto per tutti"

Papa Francesco ha visitato una baraccopoli di Nairobi, dove mancano i servizi essenziali, circondata da zone residenziali. Il pontefice ha percorso le stradine in terra battuta di Kangemi fino alla parrocchia cattolica di san Giuseppe lavoratore, retta dai gesuiti che dirigono anche un ambulatorio, un istituto tecnico superiore, un centro di assistenza alle madri in difficoltà. Poi ha parlato con la popolazione: "Mi sento a casa condividendo questo momento con fratelli e sorelle che, non mi vergogno a dire, hanno un posto speciale nella mia vita e nelle mie scelte. Sono qui - ha aggiunto - perché voglio che sappiate che le vostre gioie e speranze, le vostre angosce e i vostri dolori non mi sono indifferenti".

"L'accesso all'acqua potabile e sicura è un diritto umano essenziale, fondamentale e universale, perché determina la sopravvivenza delle persone, e per questo è condizione per l'esercizio degli altri diritti umani". Il santo padre ha sottolineato che c'è un grave problema di "mancanza di accesso alle infrastrutture e servizi di base. Mi riferisco a bagni, fognature, scarichi, raccolta dei rifiuti, luce, strade, ma anche scuole, ospedali, centri ricreativi e sportivi, laboratori artistici". "Negare l'acqua ad una famiglia, attraverso qualche pretesto burocratico - ha ammonito - è una grande ingiustizia, soprattutto quando si lucra su questo bisogno".

"Come possiamo - si è chiesto il pontefice - non denunciare le ingiustizie subite? Chiedo a Dio che le autorità prendano insieme a voi la strada dell’inclusione sociale, dell’istruzione, dello sport, dell’azione comunitaria e della tutela delle famiglie, perché questa è l’unica garanzia di una pace giusta, vera e duratura. Non mancano di fatto, pressioni affinché si adottino politiche di scarto come quella della riduzione della natalità che pretende legittimare l’attuale modello distributivo, in cui una minoranza si crede in diritto di consumare in una proporzione che sarebbe impossibile generalizzare".

Francesco ha auspicato "una rispettosa integrazione urbana. Né sradicamento, né paternalismo, né indifferenza, né semplice contenimento. Abbiamo bisogno di città integrate e per tutti. Abbiamo bisogno di andare oltre la mera declamazione di diritti che, in pratica, non sono rispettati, e attuare azioni sistematiche che migliorino l’habitat popolare e progettare nuove urbanizzazioni di qualità per ospitare le generazioni future".

"Faccio appello a tutti i cristiani, in particolare ai pastori - ha poi concluso citando parole di Benedetto XVI - a rinnovare lo slancio missionario, a prendere l’iniziativa contro tante ingiustizie, a coinvolgersi nei problemi dei cittadini, ad accompagnarli nelle loro lotte, a custodire i frutti del loro lavoro collettivo e a celebrare insieme ogni piccola o grande vittoria. So che fate molto, ma vi chiedo di ricordare che non è un compito in più, ma forse il più importante, perché "i poveri sono i destinatari privilegiati del Vangelo".

Il Papa si è soffermato poi sui bambini.

Il "contesto di indifferenza e ostilità, di cui soffrono i quartieri popolari, si aggrava quando la violenza si diffonde e le organizzazioni criminali, al servizio di interessi economici o politici, utilizzano i bambini e i giovani come 'carne da cannone' per i loro affari insanguinati. Conosco anche le sofferenze di donne che lottano eroicamente per proteggere i loro figli e figlie da questi pericoli".

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