"Due donne al Dicastero dei vescovi": altra svolta di Papa Francesco

Bergoglio annuncia la nomina di due donne nel Dicastero incaricato di selezionare i capi delle diocesi

"Due donne al Dicastero dei vescovi": altra svolta di Papa Francesco

Nuove rivelazioni dall'intervista che Papa Francesco ha concesso all'agenzia di stampa Reuters. Al corrispondente Philip Pullella, infatti, il Pontefice argentino ha confidato che sta per nominare due donne tra i membri del Dicastero per i Vescovi. Quest'ultimo è il nuovo nome assunto, dopo la Costituzione Apostolica “Praedicate Evangelium”, dalla ex Congregazione dei Vescovi, tradizionalmente preposta alla nomina dei nuovi responsabili delle diocesi. Un compito che adempie tenendo in considerazione le proposte delle Chiese particolari, delle Conferenze episcopali e delle Rappresentanze Pontificie.

Il Papa, d'altra parte, ha già espresso in passato l'auspicio di una presenza femminile "più incisiva nella Chiesa" e nei luoghi dove "si prendono le decisioni importanti". Dalle parole, inoltre, è anche passato ai fatti nominando, ad esempio, suor Raffaella Petrini come segretario generale del Governatorato dello Stato della Città del Vaticano. Una religiosa con il curriculum da top manager, con tanto di laurea alla Luiss e Master conseguito alla Barney School of Business dell'Università statunitense di Hartford. Prima ancora, c'era stata la prima nomina di una donna, Francesca Di Giovanni, alla guida del Settore multilaterale della Sezione per i Rapporti con gli Stati della Segreteria di Stato.

L'attenzione per una presenza femminile maggiore negli ambiti decisionali della Chiesa, tuttavia, non è da confondere con l'adesione alle istanze sull'apertura al sacerdozio femminile che arrivano, ad esempio, dal Cammino Sinodale in Germania. Su questo tema, Francesco si è espresso chiaramente nel corso della conferenza stampa tenuta sul volo di ritorno da Rio de Janeiro nel 2013: "con riferimento all’ordinazione delle donne, la Chiesa ha parlato e dice No", aveva sentenziato Bergoglio, ricordando che a parlarne era stato già Giovanni Paolo II "con una formulazione definitiva".

Un niet ribadito poi nel 2021 con il motu proprio "Spiritus Domini" che aveva, sì, consentito l'accesso alle donne ai ministeri del lettorato e dell'accolitato ma che era stato accompagnato da una lettera al prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, il cardinale Luis F. Ladaria, nella quale Bergoglio - citando il predecessore Wojtyla - aveva confermato che "rispetto ai ministeri ordinati la Chiesa non ha in alcun modo la facoltà di conferire alle donne l’ordinazione sacerdotale”.

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