Parma, la cementificazione spacca i Cinque Stelle

In consiglio una delibera per la riqualificazione di un'area abbandonata affidata ai privati. Ma i grillini si astengono o abbandonano l'aula

Parma, la cementificazione spacca i Cinque Stelle

Si mette male per Federico Pizzarotti, dopo la batosta subita con l'accensione dell'inceneritore: per la prima volta la sua maggioranza a Cinque stelle in consiglio comunale si spacca su una delibera presentata dalla sua giunta. Alcuni consiglieri M5S, infatti, si sono astenuti o hanno lasciato l'aula al momento del voto, in netto contrasto con la linea del sindaco di Parma, e facendo saltare il numero legale.

A mettere in difficoltà il primo cittadino è tra l'altro uno dei temi più cari ai grillini: la riqualificazione di aree abbandonate date però in mano a investitori privati che realizzeranno centri commerciali e nuovi quartieri residenziali. Il piano è stato presentato dall’assessore ai Lavori Pubblici Michele Alinovi, che ha escluso dal progetto le previste quote di parcheggi e verde pubblico, "abbonate" vista la vicinanza al parco Ducale, ma che verrebbero comunque pagate all'amministrazione. Il tutto si aggiunge a diverse aree rese edificabili nell'ultimo periodo per delibere prese però dalla vecchia amministrazione.

Dopo la débacle in consiglio comunale, il Movimento 5 stelle ha convocato una riunione d’urgenza della maggioranza e, poche ore dopo, il gruppo ha escluso fratture interne, scaricando ogni resposnabilità sull’opposizione: "Ancora una volta la minoranza ritiene che fare opposizione significhi non votare per far saltare il numero legale invece che assumersi la responsabilità di fare una scelta, anche contraria, ruolo per il quale sono stati eletti”.

Anche Pizzarotti sulla sua pagina di Facebook ha negato problemi nella maggioranza: "È bene precisare che il numero legale è venuto a mancare perché mentre quattro consiglieri di maggioranza erano assenti per problemi lavorativi, quelli di minoranza sono usciti prima o non hanno partecipato al voto per far saltare la delibera e strumentalizzare l’accaduto raccontando una spaccatura che sa di ridicolo, se si considera che si tratta della prima delibera a non passare in un anno e mezzo di mandato".

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