Pfizer, 100mila dosi in meno all'Italia: ecco cosa rischiamo adesso

Da settimana prossima l'Italia riceverà il 30% in meno di dosi Pfizer ed è caos sull'organizzazione. Si darà priorità ai richiami o alle nuove vaccinazioni? E in Sicilia le somministrazioni si fermano per mancanza di dosi

Pfizer, 100mila dosi in meno all'Italia: ecco cosa rischiamo adesso

Non bastavano i pasticci di Arcuri con il programma delle vaccinazioni in Italia. Ora ci si mette anche la Pfizer a rallentare la corsa alla somministrazione del vaccino. Se da una parte il paese si trova a fare i conti con l'inefficienza del commissario per l'emergenza Covid-19 - tra burocrazia e mancanza di programmazione - dall'altra ecco arrivare un nuovo problema. Il taglio del 30% della fornitura di vaccini stabilito dall'azienda farmaceutica statunitense arriva come un fulmine a ciel sereno e promette di avere pesanti conseguenze per il nostro paese e i cittadini italiani. La casa farmaceutica è tornata sui suoi passi, annunciando un "piano" che dovrebbe consentire di limitare a una sola settimana i ritardi nella consegna del vaccino contro il Covid-19, ma intanto la situazione rimane incerta.

L'annuncio inaspettato della Pfizer di ritardi e dimezzamento delle dosi previste per i paesi europei è diventato un vero e proprio caso. Da lunedì saranno 100mila le dosi in meno e il deciso taglio potrebbe interessare anche le settimane seguenti. L'impatto di questa drastica riduzione di dosi comporterà non solo il rallentamento nella somministrazione dei vaccini, ma anche un brusco cambio di programmazione. E se già Arcuri era in difficoltà prima, quando le dosi c'erano, figuriamoci adesso con il rallentamento degli approvvigionamenti. Il caos è già iniziato. Le regioni non sanno come procedere e attendono disposizioni che da Roma tardano ad arrivare.

A partire dal 18 gennaio, infatti, sarebbero dovuti iniziare i primi richiami, cioè la somministrazione della seconda dose a coloro che hanno ricevuto il vaccino per primi il 27 dicembre scorso, in occasione del V-Day. Secondo le disposizioni mediche dettate dalla stessa Pfizer, infatti, la seconda dose del vaccino andrebbe eseguita a 21 giorni di distanza dalla prima iniezione e lunedì saranno tre settimane esatte. Per far questo sarebbero dovute arrivare 530-540 mila dosi di vaccino, circa 100mila dosi in più rispetto alle precedenti settimane. Con il taglio fatto da Pfizer invece arriveranno solo 430mila dosi a settimana che, se sulle prime potrebbero non creare disagi (i vaccinati di dicembre si aggiravano tra i 7mila e i 50mila al giorno), in breve tempo costringerà ad uno stop le vaccinazioni. A partire dalla settimana del 28 gennaio, infatti, saranno oltre mezzo milione gli italiani a dover ricevere il richiamo e si porrà il problema di come fare. Pfizer rientrerà nel piano originale o si sceglierà di dare priorità ai richiami o ai nuovi da vaccinare?

Stop alle vaccinazioni in Sicilia: mancano le dosi

Dalla Sicilia arriva il primo grido di allarme: stop alle vaccinazioni per garantire i richiami. L'assessore regionale alla Salute, Ruggero Razza, non ha fatto mistero di esser stato costretto a sospendere le vaccinazioni per mancanza di dosi: "In alcune province la campagna vaccinale è sospesa per garantire i richiami. Siamo partiti con un veloce sprint, poi abbiamo fatto magazzino per i richiami per prudenza.

Ho dovuto dare indicazione nelle scorse ore, fino a quando lunedì non ci sarà chiarezza da parte di Arcuri, di sospendere le attività dove il magazzino non è adeguato alle esigenze perché non possiamo permetterci di non avere le dosi di richiamo. Nelle province in cui non ci sono le dosi per i richiami valuteremo di sospendere la prime inoculazione".

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