Politiche governative per lo sviluppo e norme chiare fanno da calamita

Politiche governative per lo sviluppo e norme chiare fanno da calamita

Sono numerosi i motivi per cui le imprese italiane - start-up , Pmi e grandi gruppi - scelgono il Regno Unito per decollare o per la loro espansione internazionale: un quadro normativo stabile e prevedibile, regolamenti che favoriscono l'innovazione e l'attività imprenditoriale, mercati aperti e trasparenti e l'accesso a manodopera qualificata. La disponibilità di centri di ricerca e sviluppo, le politiche governative per l'innovazione - quali crediti d'imposta per R&S e il programma Patent Box per una tassazione agevolata sui prodotti coperti da brevetto - attraggono start-up italiane con prospettive di forte crescita e aziende fortemente focalizzate sulla ricerca.

Secondi solo ai tedeschi nel manifatturiero avanzato, gli italiani si fanno onore Oltremanica. L'Italia è, infatti, il terzo investitore più importante e dinamico tra gli europei in iniziative imprenditoriali, con numeri importanti. Ha generato, nel 2013 e 2014, ben 70 progetti, creando nuova occupazione per 1.336 persone e riconfermando 2.441 posti di lavoro. Siamo gli ottavi, invece, a livello mondiale. Lo dice il rapporto annuale sugli investimenti 2013/2014, pubblicato da Uk Trade & Investment, l'Agenzia governativa che aiuta le imprese con sede nel Regno Unito e fornisce assistenza alle aziende estere che effettuano investimenti di alto profilo.

«L'Italia dimostra ancora una volta - afferma Vic Annells, console generale di Sua Maestà a Milano e direttore generale di Ukti Italia - la forza della propria avanzata realtà industriale e della sua base manifatturiera, tra i maggiori Paesi europei che hanno dato vita a progetti d'investimento. Imprese fortemente innovative hanno creato occupazione molto qualificata e rafforzato i rapporti tra i nostri due Stati. Manifatturiero avanzato, energia, health-tech e ICT sono i settori principali, ad alta intensità di ricerca e d'investimento di capitali».

Ogni anno il Consolato generale britannico di Milano e il team per gli Investimenti di Ukti, in collaborazione con Borsa Italiana, celebrano il successo delle imprese e personalità italiane che hanno scelto il Regno Unito. La cerimonia degli Uk-Italy Business Awards , nel 2013-2014 ha visto premiati nomi quali la farmaceutica Zambon, una delle maggiori imprese italiane a conduzione familiare, attiva da 108 anni in ambito chimico-farmaceutico. Ha rilevato l'azienda britannica Profile Pharma, un primo passo verso l'espansione Oltremanica in aree diverse (problemi respiratori, malattie rare, patologie neurovegetative). La Seda, leader gloabale negli imballaggi e InvestIndustrial, di fondo d'investimento di Andrea Bonomi che ha acquisito il 37,5% di Aston Martin.

«L'Inghilterra, con mirate politiche e agevolazioni fiscali - spiega Tiziana Marcuccio, responsabile Italia per gli investimenti Oltremanica - nello scorso anno finanziario ha saputo attrarre il maggior numero di progetti d'investimento in assoluto dagli anni '80, periodo in cui sono iniziati i rilevamenti statistici. In totale sono stati 1.773 i progetti d'investimento avviati, il 14% in più rispetto all'anno precedente; si calcola che a tali progetti corrispondano 110.000 posti di lavoro.

Di questi, quasi 66.000 sono nuovi, mentre 45.000 sono quelli esistenti e riconfermati». Negli ultimi due anni i promotori di Sua Maestà e i propri partner hanno contribuito con i propri servizi ad attrarre 1.462 progetti.

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