Potrebbe esserci una svolta nelle ricerche dei "paziente zero" di Vo' Euganeo, che avrebbe trasmesso il coronavirus in Veneto. E il focolaio potrebbe essere collegato a quello del Lodigiano.
Secondo quanto riporta AdnKronos, questa mattina, un agricoltore di 60 anni, risedente ad Albettone, in provincia di Vicenza, avrebbe chiamato la farmacia di Vo' Euganeo, lamentando sintomi influenzali. L'uomo, che frequentava abitualmente i bar di Vo', nelle scorse settimane si sarebbe recato in alcuni luoghi nel basso lodigiano, tra cui Codogno, focolaio del virus in Lombardia. Potrebbe essere lui il collegamento tra le due aree colpite dal virus e rappresenterebbe il "paziente zero" veneto. Ma per il momento, non c'è nulla di certo: saranno i test a stabilire se il 60enne abbia contratto il virus.
Il sindaco del paese, Giuliano Martini ha spiegato: "Non sappiamo se si tratti del cosiddetto 'paziente zero' di cui ancora non si hanno notizie, ma è una possibile pista da seguire, per questo era giusto fare una verifica". Poi, il primo cittadino avrebbe aggiunto, secondo quanto riportano alcuni quotidiani: "Io non dico che questa persona sia il 'paziente zero' per Vo', ma la ricostruzione dei suoi spostamenti, in un'area focolaio del virus, e i contatti avuti nei locali del nostro paese credo siano una pista che va indagata attentamente". Questa mattina, il 60enne, che era stato nel lodigiano per partecipare ad alcune conferenze, avrebbe telefonato alla farmacia per chiedere consigli, dati i forti attacchi di tosse: "Da lì abbiamo fatto partire le segnalazioni, prima al sindaco di Albettone, poi al direttore dell’Usl Berica, competente per quel comune, e infine al 118".
Il professor Giorgio Palù, virologo e presidente delle Società Italiana ed Europea di Virologia, in un intervista a Rai Radio1 ha affermato: "È un virus altamente contagioso. È inutile che cerchiamo il paziente zero perchè ormai in Veneto, in Lombardia, nel Nord Italia, la diffusione è autoctona, non è più di importazione". Ma aggiunge che individuare il paziente zero "è sempre importante, perché gli organismi sanitari internazionali lo richiedono: se non si hanno altre armi a disposizione contro un virus, come farmaci o vaccini, le uniche misure che abbiamo sono quelle sanitarie, di tracciamento dei contatti, di quarantena e via dicendo". Palù sottolinea che "ormai il contagio è tra di noi, siamo passati dalla fase di importazione alla diffusione autoctona".
Dello stesso avviso il capo della protezione civile, Angelo Borrelli, che spiega: "La cosa importante è individuare il cosiddetto paziente zero, capire da dove arriva e soprattutto fermare questa catena di contagio.
Non parlerei di situazione critica: c'è una situazione di diffusione della malattia, che però è assolutamente sotto controllo per quello che riguarda le cure. Con queste misure ci auguriamo di limitare il contagio. Le misure di chiusura e interdizione di alcuni Comuni, alla circolazione della popolazione, presenze in luoghi affollati, mirano proprio a questo".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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