Burioni: "Giusto non mandare a scuola i bimbi che tornano dalla Cina"

Intervista al Professor Roberto Burioni che ritiene fondamentale non mandare a scuola i bambini provenienti dalla Cina, perché in questo momento sono proprio loro uno dei punti focali da non sottovalutare per la diffusione del Coronavirus

Burioni: "Giusto non mandare a scuola i bimbi che tornano dalla Cina"

Non vuole sentire parlare di polemiche politiche Roberto Burioni, professore Ordinario di Microbiologia e Virologia e direttore responsabile di un laboratorio di ricerca immunologica, in cui si occupa di studiare la risposta immunologica agli agenti patogeni umani. Ed è fermo nel ribadire la correttezza della richiesta di alcuni governatori del Nord di non far rientrare a scuola i bambini di ritorno dalla Cina se non dopo un periodo di isolamento. Lo spiega molto chiaramente in questa intervista rilasciata a IlGiornale.it, perché sono proprio i bambini uno dei nodi da non sottovalutare nella diffusione del coronavirus.

Professore tante polemiche sul fatto di non far rientrare a scuola i bambini provenienti dalla Cina, lei invece ritiene che sia fondamentale ci può spiegare la motivazione

“Il concetto è questo, noi sappiamo molto poco di questo visus e soprattutto non sappiamo ancora con certezza come il virus viene trasmesso. Non conosciamo il ruolo che hanno i bambini nella trasmissione, perché fino ad ora, sembra che l'incidenza della malattia nei bambini sia molto bassa, non sappiamo perché, non sappiamo se i bambini non vengono infettati, cosa improbabile o se è perché i bambini sviluppano la malattia con pochi sintomi. Alcuni dati ci farebbero propendere per questa seconda possibilità. Se i bambini non sviluppano sintomi è una cosa molto bella perché vuol dire che non si ammalano, e siamo felici, questo però porta con sé un problema: i bambini possono essere molto importanti per diffondere la malattia nel caso non avessero i sintomi”.

Eppure c’è chi dice che sia un'esagerazione perché la scuola è inclusione

“In una situazione come questa, si può sbagliare per eccesso di prudenza o per difetto, io ritengo che si debba sempre sbagliare per eccesso. Non stiamo parlando di cinquantamila bambini, ma di pochi, che sono tutti quelli che tornano dalla Cina: di qualunque nazionalità siano, non è una cosa solo per i cinesi. Tra l'altro, molti lo stanno già facendo spontaneamente. Ci sono aziende, che hanno lasciato per due settimane a casa con il telelavoro i loro dipendenti che sono appena tornati dalla Cina. Famiglie che provvedono autonomamente a una specie di quarantena: se ad esempio c'è un familiare tornato dalla Cina viene fatto stare in una stanza con il proprio bagno. So che ci sono genitori tornati dalla Cina che stanno spontaneamente non mandando i figli a scuola. Come dicevo ritengo che in questo caso sia meglio un eccesso di prudenza per stare tutti tranquilli. Oltretutto non stiamo chiedendo di isolare questi bambini, semplicemente tenerli a casa in modo tale che nel caso ci sia stato un contagio non sia poi diffuso magari ai loro amichetti o ai compagni di scuola. Sicuramente il mio è un eccesso di prudenza, ma preferisco sbagliare eccedendo piuttosto che il contrario”.

In questo momento c’è molta confusione, è stato ad esempio detto che il coronavirus si diffonderebbe solo quando ci sono i primi sintomi, facciamo un po' di chiarezza in merito

“Di questo non siamo assolutamente sicuri. Su 153 casi descritti dall'OMS fuori dalla Cina, perché quello che succede in Cina non è chiaro, 11 non avevano sintomi. Quindi fino a prova contraria dobbiamo presumere che queste persone possono contagiare gli altri”.

Il premier Conte rispondendo alle preoccupazioni sul coronavirus ha risposto che invita i governatori del nord a fidarsi di chi ha specifiche competenze

“Io direi che Conte è un avvocato, facciamolo dire ai medici o ai virologi. Penso che su questo argomento è preferibile che parlino gli esperti perché è un argomento molto importante e in questo caso la prevenzione, è l'unica arma che abbiamo. Non abbiamo un vaccino e non abbiamo un farmaco quindi tutto ce la giochiamo con la prevenzione. Il Ministro sta facendo bene e ripeto non è il momento di far polemiche politiche o sterili, perché stiamo parlando della salute della gente. La salute non è di destra nè di sinistra non è che bisogna aspettare che succede un guaio per intervenire”.

E’ stato detto più volte che è inutile girare con la mascherina, ce lo conferma?

“In Italia, grazie al lavoro che è stato fatto da tutti quanti, in questo momento il virus non c’è, quindi è veramente barbaro discriminare i cinesi. Proprio per questo motivo le mascherine non servono a nulla. Gli unici due casi sono stati infettati in Cina e poi sono venuti in Italia. Per cui al momento in Italia il rischio è zero. Le cose invece da non fare, sono andare in Cina, e stare attenti a quelli che ritornano dalla Cina. Non ai cinesi, ma a chiunque torni da lì dove il rischio non è zero. Da noi per fortuna attualmente sì”.

Parlando di luoghi affollati come le metropolitane o gli autobus? E’ utile evitarli?

“Al massimo si evita di prendere un raffreddore, ma non c’entra nulla con il coronavirus, parliamo ovviamente dell’Italia, dove, come ho già detto, il virus al momento non c’è”.

Perché secondo lei stanno peggiorando le condizioni dei due turisti ricoverati allo Spallanzani con il Coronavirus e come mai si stanno utilizzando medicinali sperimentali?

“Questa malattia non è un'influenza, capiamolo una volta per tutte. Non si curano con gli stessi farmaci per la polmonite, per questa malattia non abbiamo vaccini e al momento non abbiamo farmaci”.

Quindi si va un po' a braccio?

“Non a braccio ma con misure di supporto, cioè si aiuta il paziente a respirare, si aiuta il paziente a stare il meglio possibile”.

Vista la sua esperienza, quanto la spaventa questo virus rispetto ad altri come ad esempio la Sars che ci sono stati in passato?

“È il mio lavoro e non mi spaventa niente, però dico solo che è una cosa seria e che dobbiamo affrontarla senza faciloneria. Sono felice che il nostro ministro lo stia facendo. La salute è un valore di tutti perché siamo tutti nella stessa barca".

Come vede l'andamento

del virus? Ci saranno altri casi secondo lei in Italia?
“Spero di no ma non prevedo il futuro. In Italia fino ad ora, non ci sono stati contagi da questi due pazienti ricoverati, speriamo che non ce ne siano”.

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