Il conflitto in corso tra Russia e Ucraina non riguarda soltanto i risvolti politici e umanitari del caso ma si allarga a macchia d'olio anche sulla tematica principale degli ultimi due anni in tutto il mondo: il Covid-19. A lanciare l'allarme è Matteo Bassetti, direttore del Reparto Malattie Infettive del San Martino di Genova: "Attenzione, perchè dall'Ucraina potrebbe tornare un fuoco di ritorno del Covid, con selezione magari di nuove varianti".
"Due terzi non vaccinati"
Intervistato da Maurizio Costanzo e Carlotta Quasi durante la trasmissione "Facciamo finta che" in onda su R101, l'infettivologo ha messo in guardia sulla situazione pandemica attuale sottoloneando come il virus stia circolando a Mosca come in Ucraina ma il pericolo deriva anche dal basso numero di vaccinati e di come si debba correre al più presto ai ripari. "Oltre ad aiutare in maniera umanitaria le persone che arrivano dall'Ucraina, bisognerebbe aiutarli anche dal punto di vista sanitario, perchè la popolazione ucraina è vaccinata per il 35%, che vuol dire che due terzi non sono vaccinati".
"Dare i giusti aiuti sanitari"
Come abbiamo visto sul Giornale.it, già oltre 500mila persone per lo più donne, bambini e anziani, hanno lasciato le proprie case per mettersi alle spalle i combattimenti. Ma se il conflitto si prolungherà, gli ucraini in fuga potrebbero diventare 4 milioni. L'altra faccia dell'emergenza, come detto, è che le fughe di massa e gli assembramenti potrebbero portare focolai difficili da gestire. "Dobbiamo fare molta attenzione perchè le guerre portano con loro anche altri problemi tipo le malattie infettive - aggiunge Bassetti - l'Ucraina era un paese dove c'era per esempio il problema della poliomielite con focolai nuovi, il Covid, la tubercolosi. Io credo che l'Europa deve dimostrare la sua forza anche dando aiuti molto importanti di tipo sanitario".
Il nodo quarta dose
Intervenuto alla trasmissione Mattino Cinque su Canale 5, Bassetti ha risposto alla domanda sulla quarta dose sottolineando che andrebbe isognerebbe chiamarla in maniera diversa perché "sa molto di una dose collegata alle prime tre". Esclusi gli immunodepressi che la faranno a distanza di sei mesi dalla terza, "nella realtà la chiamerei dose di richiamo" un po' come vale per l'influenza. Ad oggi, comunque, è prematuro parlarne "perché non sappiamo nemmeno con quale vaccino la faremo, a quale dosaggio e quando". Il professore incita sulla somministrazione delle terze dosi ragiondando sulla quarta per tutti "magari dalla seconda parte del 2022".
Cosa succede dal 1° aprile
Un altro tema caldo che ha affrontato questa mattina in diretta tv riguarda le riaperture dal 1° aprile: ancora poco chiaro, secondo Bassetti, quanto succederà con la fine dello stato d'emergenza. "È fondamentale dare un'agenda delle riaperture, non è sufficiente dire che finirà.
Per quali attività rimarrà valido il green pass? Le mascherine al chiuso le continueremo a utilizzare o no? L'obbligo vaccinale si manterrà anche oltre il 15 giugno?", incalza il primario, secondo il quale non è sufficiente dire "allegeriremo" senza dire dove si andrà da aprile in poi. Il modello è quello di altri Paesi europei, già molto avanti con le riaperture. "Un paese altamente vaccinato come il nostro si può permettere di fare alcune aperture", conclude.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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