Come nel caso dei migranti, anche sui rom il ministro dell'Interno Matteo Salvini ha tutti contro. Nessuno escluso. Contro il suo annuncio di fare un "censimento dei nomadi" si è scagliato Enrico Mentana durante il tg delle 20, ma affondi sono arrivati soprattutto dai soliti Saviano e Laura Boldrini e dal resto della sinistra italiana.
"Oggi - ha scritto Saviano su Facebook - qualcuno, con grandi responsabilità di governo, ha parlato senza mezzi termini di deportazione dei rom e nessuno dei suoi alleati ha ritenuto opportuno prendere le distanze da questo abominio". Il riferimento, ovviamente, è al segretario della Lega e ai Cinque Stelle, che con il Carroccio condividono l'esecutivo. A dire il vero, sia Di Maio che Bonafede hanno preso le distanze dalla posizione leghista, apprezzando la precisazione di Salvini. Ma per l'autore di Gomorra "l'incapacità e la vuota ambizione in politica possono condurre le nazioni al disastro, ed è quello che sta accadendo all'Italia". Poi l'affondo choc contro Salvini: "Non esiste più un Ministero degli Interni, ma un nuovo dicastero: quello della Crudeltà".
Sulla stessa lunghezza d'onda anche Laura Boldrini: "Porti chiusi, crisi diplomatiche, schedature su base etnica - ha scritto su Twitter l'ex presidente della Camera - Tutti i giorni la bestialità quotidiana. Salvini sta trasformando i telegiornali in film horror. Ogni giorno parole grosse e bestialità contro i più deboli. Poi ci lamentiamo del bullismo: ma cosa insegna Salvini ai nostri figli e alle nostre figlie? Lui è un bullo istituzionale".
Inutile la precisazione di Salvini, che ha fatto presente di aver parlato di "censimento" e non di schedatura: la sinistra continua il suo processo al ministro leghista. Per il Pd hanno parlato Fiano, Cirinnà e Gentiloni. "In meno di un mese di ’governo del cambiamentò abbiamo già assistito al respingimento dei migranti, alla finta chiusura dei porti, ad ipotetici dazi sul riso asiatico, all’interrogatorio di giornalisti, alla schedatura di cittadini italiani di etnia rom - ha detto la Cirinnà - L’Italia è tornata al 1938". E mentre l'ex premier parla di "pistole per tutti", il senatore dem Franco Mirabelli considera il dossier "agghiacciante".
Anche dall'Anpi arriva la censura contro il ministro: "I censimenti etnici - ha detto sempre a Repubblica Carla Nespolo, presidente Anpi - non appartengono all'Italia democratica. Questo Paese ha la memoria lunga e una naturale tensione all'accoglienza che va sostenuta non repressa.
Per chi delinque, per tutti quelli che delinquono, senza distinzione di razza, esistono le leggi ordinarie. La smetta il ministro dell'Interno di provocare la Costituzione su cui ha giurato. Smetta questo vergognoso e intollerabile andazzo di odio e divisione sociale".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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