Ci sono voluti 10 anni di lenta (in)giustizia ad un carrozziere di San Donà in Veneto per veder riconosciuto quello che lui aveva denunciato alla Procura: la Porsche di sua proprietà gli era stata rubata e lui non aveva commesso nessuna truffa ai danni dell'assicurazione.
I fatti. Nel lontano febbraio del 2005 il carrozziere si reca in Procura per denunciare il furto della sua automobile. Le indagini, però, non permettono agli investigatori di trovare l'auto. Così il Pm pensa di girare l'accusa (al tempo rivolta verso ingoti) contro lo stesso proprietario della Porsche, ipotizzando che l'uomo avesse messo in scena il furto per ottenere i soldi dell'assicurazione.
Così il tribunale dei Venezia lo ha condannato nel 2009 per per truffa e simulazione del reato a una pena di un anno e sei mesi, oltre il risarcimento del danno all'assicurazione. Il carrozziere ha così deciso di ricorrere in appello per veder riconosciute le sue ragioni, ingiustamente messe in dubbio. Il processo è durato due lustri, e nel frattempo l'auto è stata ritrovata a Taranto, dimostrando che il furto c'era stato davvero. Ieri finalmente è stata fatta giustizia, con l'assoluzione del carrozziere che ora potrà riavere la sua Porsche
"Dopo 10 anni - hanno commentato i legali Riccardo Mazzon e Barbara Longato, come riporta Nuova Venezia - è arrivata la fine dell'Odissea, con la Corte d'appello di Venezia che ha riconosciuto la sincerità della denuncia inoltrata del povero malcapitato e lo assolve da tutti i reati cointestati".
Non rimane, quindi, che il solito dubbio: chi pagherà per l'infinito (e ingiusto) calvario giudiziario? La cosa
certa è che da oggi il carrozziere di San Donà, qualsiasi cosa gli ruberanno, ci penserà due volte prima di andare in Procura a denunciare il fatto: per evitare che il Pm di turno gli rivolga contro l'accusa.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.