Ryanair, l'ad O'Leary: "Ai nostri dipendenti non servono i sindacati"

Il numero uno della compagnia low cost punta su un aumento del traffico su Orio al Serio. E nega l'utilità della rappresentanza sindacale: "Chi lavora per me è felice"

Un aereo della Ryanair
Un aereo della Ryanair

Michael O'Leary, il controverso ad di Ryanair, è tornato oggi - in occasione della sua visita all'aeroporto di Pisa - a parlare di uno degli argomenti che in passato hanno fatto gridare allo scandalo. Ovvero del rapporto tra i sindacati e la compagnia low cost irlandese.

"Abbiamo oltre 8mila impiegati che hanno con noi ottime relazioni industriali e sono felici di lavorare con noi", ha detto O'Leary. E il collegamento è presto fatto: se gli impiegati sono contenti "non hanno bisogno dei sindacati". Basta questa, per l'ad di Ryan, a spiegare l'assenza di rappresentanza sindacale per i suoi dipendenti nel nostro Paese.

I nuovi assunti in Italia, ha spiegato O'Leary, pagheranno le tasse in Italia. Mentre per "quelli assunti precedentemente" sarà possibile scegliere se continuare a "farlo in Irlanda oppure in Italia". La decisione non cambierà molto - a quanto dice - ai piani aziendali. L'importante "è pagare le tasse, non importa se in Italia o altrove".

La

538em;">Ryanair conta intanto per il prossimo anno di aumentare il traffico di passeggeri. Sullo scalo bergamasco di Orio al Serio punta a 24 milioni di persone (erano 22,1 milioni nel 2012).

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