"Agii in continuità con Salvini". Smontato l'assalto delle Ong

Nuova udienza a Catania sul caso Gregoretti, Salvini: "Spero che Di Maio e Lamorgese ricordino, i fatti sono i fatti". Il Gup cercherà di acquisire altri elementi per ricostruire l'accaduto

"Agii in continuità con Salvini". Smontato l'assalto delle Ong

Dal 3 ottobre scorso, data della prima udienza, è la terza volta che Matteo Salvini arriva a Catania per una nuova tappa del procedimento che lo vede coinvolto nel caso Gregoretti. Si tratta della vicenda risalente all'estate del 2019, quando Salvini era ministro dell'Interno e non ha autorizzato lo sbarco di alcuni migranti che erano a bordo della nave della Guardia Costiera Gregoretti.

Da allora è iniziato un procedimento che ha portato in primis la procura di Siracusa ad indagare, in quanto la Gregoretti si trovava nel momento dei fatti contestati nel porto di Augusta, successivamente il fascicolo è stato trasferito per competenza al tribunale dei ministri di Catania. Qui i giudici hanno chiesto il rinvio a giudizio per Salvini con le accuse di abuso di ufficio e sequestro di persona.

Dopo il via libera il 12 febbraio 2020 da parte del Senato, all'interno del tribunale di Catania è iniziato l'iter processuale. Ma già dalla prima udienza il caso Gregoretti è sembrato in qualche modo sgonfiarsi. La procura di Catania ha chiesto l'archiviazione per Salvini, dal canto suo il Gup sta proseguendo con le indagini e nei giorni precedenti ha anche ascoltato l'ex presidente del consiglio, Giuseppe Conte.

Perno centrale del caso è infatti rappresentato dal ruolo del governo in cui Salvini era vice presidente del consiglio e titolare del Viminale. Il segretario del carroccio, contrariamente a quanto sostenuto dal tribunale dei ministri, ha sempre dichiarato di aver agito collegialmente e non su propria singola iniziativa.

È per questo motivo che il Gup di Catania, Nunzio Sarpietro, ha voluto ascoltare il 29 gennaio Giuseppe Conte quando quest'ultimo era ancora inquilino di Palazzo Chigi. La difesa di Salvini punta sulle sette mail scambiate proprio tra la presidenza del consiglio e il ministero degli Esteri nei giorni in cui la Gregoretti era ancorata ad Augusta.

Già da ieri il numero uno della Lega è a Catania. Incontrando i cronisti dopo un colloquio avuto con il presidente della Regione Siciliana, Nello Musumeci, si è detto pronto alla nuova udienza nel capoluogo etneo: “Spero che Di Maio si ricordi e che la Lamorgese racconti quello che successe da quando è entrata in carica – ha dichiarato Salvini – Spero che nessuno cambi atteggiamento per il fatto che la Lega e Salvini potessero essere prima all'opposizione e poi in maggioranza. I fatti sono fatti, la realtà è realtà”.

Alle 9:30, accompagnato dall'avvocato Giulia Bongiorno, Salvini è arrivato nell'aula bunker del carcere Bicocca per l'udienza. Sono attese oggi le deposizioni del ministro degli Esteri Luigi Di Maio e del ministro dell'Interno Luciana Lamorgese.

L'audizione del ministro dell'Interno

L'attesa principale era tutta sulle affermazioni dell'attuale titolare del Viminale, in carica dal settembre 2019 subentrando con il governo Conte II a Matteo Salvini. Arrivata nell'aula bunker del carcere di Catania poco prima delle 10:00, senza rilasciare dichiarazioni, Luciana Lamorgese ha terminato poi la sua audizione dopo circa due ore.

Così come riportato dall'AdnKronos, il Gip Nunzio Sarpietro avrebbe fatto al ministro specifiche domande sulle differenze tra il caso Gregoretti e le azioni poste in essere sul caso Ocean Viking, la prima nave di una Ong con a bordo dei migranti a chiedere di sbarcare dopo l'insediamento del Conte II: "C'è una continuità di azione fra casi Diciotti, Gregoretti e Ocean Viking", è stata la risposta di Luciana Lamorgese.

Il punto è uno dei più importanti presi in esame durante le indagini: in particolare, si vuole accertare se sussistono differenze tra l'operato di Matteo Salvini e quello del successore al Viminale.

Salvini: "Abbiamo salvato vite, siamo in sintonia con linea Draghi"

Alle 13:30 l'ex ministro dell'Interno ha incontrato, assieme all'avvocato Giulia Bongiorno, i cronisti all'esterno dell'aula bunker al termine dell'udienza preliminare. Entrambi si sono dichiarati soddisfatti per quanto emerso durante le testimonianze sia di Luciana Lamorgese che di Luigi Di Maio: "L'udienza odierna - ha dichiarato il legale di Matteo Salvini - rappresenta un altro importante passaggio per la dimostrazione di quello che si è sempre detto, cioè che c'era una linea di governo condivisa che prevedeva che prima venissero redistribuiti i migranti e poi si potesse provvedere allo sbarco". La stessa Giulia Bongiorno ha confermato quanto trapelato sulla deposizione di Luciana Lamorgese: "La difesa come sapete aveva chiesto che venisse sentito il ministro Lamorgese - ha proseguito Giulia Bongiorno - Credo che questa testimonianza sia stata veramente decisiva perché è emerso che tra Conte I e Conte II vi era una continuità nella linea di azione".

Un riferimento è stato fatto anche sulla natura delle navi dove sono stati ospitati i migranti: "Il ministro Lamorgese - ha dichiarato infatti l'avvocato Bongiorno - ha fatto presente che trattandosi di navi che hanno come destinazione quella di recuperare migranti, possono effettivamente contenere a bordo persone per vari giorni". Una circostanza quest'ultima che smonterebbe l'accusa di sequestro di persona: "Abbiamo fatto quello che la legge permetteva e gli italiani ci chiedevano - è la ricostruzione fatta ai cronisti da Matteo Salvini - Abbiamo salvato vite, visto che durante questi presunti sequestri nessuno si è fatto male, e abbiamo svegliato l'Europa".

Un passaggio, quello sull'Europa, che ha anche natura politica: "Se adesso c'è più possibilità di redistribuire - è il pensiero dell'ex ministro dell'Interno - è grazie alla nostra azione. Anche il premier Draghi ha parlato nel suo primo intervento in aula di una politica europea dei rimpatri. Penso che la linea Draghi sia in perfetta sintonia con la nostra esigenza di accogliere chi merita, ma di considerare le frontiere italiane come frontiere europee. Fino a che io non ero arrivato al governo, non era così".

Chiesta deposizione di Luca Palamara

Già prima dell'inizio dell'udienza odierna, erano emerse alcune considerazioni degli avvocati di parte civile sull'operato del Gip Nunzio Sarpietro: "Alcune esternazioni ci sono sembrate eccessive rispetto alla terzietà - ha dichiarato ad esempio Corrado Giuliano, avocato dell'associazione AccoglieRete - Saremo attenti alla sobrietà del magistrato per tutto quello che voi avete seguito sulla stampa. Il ristorante, quello che è accaduto lì è un'altra cosa rispetto a quello che che è stato nel processo. Ha parlato anche di Palamara e di un suo fatto personale non pertinente con il processo. E questo non ci convive".

Il nome di Luca Palamara è saltato fuori più volte nella mattinata catanese. C'è chi vorrebbe sentire in audizione lo stesso ex numero uno dell'Anm: "Le parti civili - ha spiegato l'avvocato Viola Sorbello - hanno deciso di formulare la richiesta perchè la difesa di Salvini ha citato il passaggio del libro di Palamara in cui si afferma che il capo dell Lega va fermato".

Su questo fronte, la difesa di Salvini si è rimessa al giudice: "A me interessa enormemente capire se per caso gli input di questo procedimento nascono dall'idea che un politico di destra debba essere fatto fuori dal punto di vista giudiziario - ha affermato l'avvocato Giulia Bongiorno - Se si vuole sentire Palamara, noi ci siamo rimessi al giudice. Io dopo le deposizioni di oggi vorrei solo che a marzo si concludesse tutto, non vorrei perdere tempo. Se vogliamo aprire questo capitolo, ok, ma la preoccupazione e che passino altri tre mesi e di fare un processo nel processo.

Noi nel frattempo stiamo assumendo iniziative su un tema assai rilevante".

Salvini dal canto suo ha confermato la linea del suo avvocato: "Deciderà il giudice - si legge nelle sue dichiarazioni - Io Palamara me lo leggo a sera a casa e rabbrividisco".

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