Caso Boldrini, a processo sindaco ligure della Lega

"Gli stupratori di Rimini? Scontino gli arresti domiciliari a casa della Boldrini". Questa la frase costata una querela per diffamazione al sindaco leghista di Pontinvrea, Matteo Camiciottoli. Lunedì la prima udienza del processo

Caso Boldrini, a processo sindaco ligure della Lega

Ci siamo. Dopo il rinvio a giudizio per diffamazione deciso a luglio, lunedì 17 settembre alle 9 di mattina si svolgerà la prima udienza del processo che vede imputato Matteo Camiciottoli. Il sindaco leghista di Pontinvrea, piccolo paese in provincia di Savona, aveva pubblicato su Facebook una frase su Laura Boldrini con riferimento a quanto successo a Rimini. Dove un branco di immigrati africani, dopo avere aggredito e violentato una turista polacca prima di accanirsi su un trans peruviano, erano stati condannati agli arresti domiciliari. Una decisione infelice che aveva fatto scrivere a Camiciottoli: "Potremmo dargli gli arresti domiciliari a casa della Boldrini, magari le mette il sorriso". Parole costategli una denuncia per diffamazione.

Querelato. E ora processato. È il destino di Matteo Camiciottoli, sindaco leghista di Pontinvrea che lunedì, nel Tribunale di Savona, comincerà la sua battaglia per la libertà di espressione. La vicenza risale al novembre 2007. Il primo cittadino del piccolo centro dell'entroterra savonese si era sfogato su Facebook contro la banda di quattro immigrati africani accusata di avere aggredito e stuprato una turista polacca di 26 anni, per poi accanirsi contro un trans di nazionalità peruviana. Alla notizia della condanna dei quattro agli arresti domiciliari Camiciottoli non ci aveva visto più, scrivendo sui social che "Potremmo dargli gli arresti domiciliari a casa della Boldrini, magari le mette il sorriso". Una frase che è circolato rapidamente su Facebook, fino a capitare sotto gli occhi della diretta interessata. Che aveva deciso di querelare il sindaco della Lega.

Lui, dopo avere appreso la notizia, si era difeso così: "Quella è la mia pagina personale, non quella del sindaco quindi ritengo di essere libero di scrivere quello che penso. Ma al di là di questo aspetto, non condivido la difesa della Boldrini per un’immigrazione incontrollata che inevitabilmente porta a certi risultati, a volte il furto per fame, a volte lo stupro.

Questo fenomeno conduce a una serie di problemi, tra cui anche questi reati terribili", come riporta Il Secolo XIX. Dopo la denuncia è scattato il rinvio a giudizio: si va a processo. Lunedì comincia la battaglia di Camiciottoli in difesa della libertà di espressione.

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