Sconfiggere la leucemia attraverso un trapianto di midollo osseo

Sono due le modalità di donazione nonostante esistano dei limiti di età per essere tipizzati ed entrare a far parte del registro

Sconfiggere la leucemia attraverso un trapianto di midollo osseo

"Voglio che tutti i miei soldi siano usati per le tipizzazioni del midollo osseo, voglio che tutti voi vi interessiate affinché esista anche in Italia una banca dati per poter salvare quei ragazzi come me che stanno soffrendo. Vorrei che tutti i miei parenti, amici e conoscenti, divenissero donatori di midollo e che facessero un po’ di campagna pubblicitaria in merito. La leucemia è una malattia che entro il 2000 dev’essere debellata affinché per il mondo non si debbano più leggere lettere come questa. Non fate che la mia morte non serva a nulla, combattete la leucemia".

Furono queste alcune delle parole scritte da Rossano Bella il 2 ottobre 1989 nella lettera-testamento lasciata ai suoi parenti prima di morire a causa della leucemia. Da quel giorno sono stati fatti molti passi avanti ma, purtroppo, la leucemia è una malattia che non è stata ancora debellata.
L’Admo (Associazione Donatori Midollo Osseo), nato nel 1990, si occupa di informare la popolazione italiana sulla possibilità di combattere diverse delle malattie ematologiche (malattie del sangue come leucemie, neoplasie, linfomi e mielomi) attraverso la donazione e il trapianto di midollo osseo.

Per chi non ha un donatore consanguineo, la speranza di trovare un midollo compatibile per il trapianto è strettamente legata all’esistenza di un volontario tipizzato compatibile con le sue caratteristiche genetiche, il tutto registrato in una banca dati. L’Admo ha due funzioni: raccoglie i donatori tipizzandoli e mantiene i rapporti con gli altri registri del mondo.
Qualunque individuo di età compresa tra i 18 anni e i 35 anni, che abbia un peso corporeo superiore ai 50 kg, può essere un donatore di cellule staminali emopoietiche (non si dona infatti propriamente il midollo). La disponibilità del donatore resta valida fino al raggiungimento dei 55 anni (per motivi clinici).

I risultati delle analisi del potenziale donatore sono inseriti in un archivio elettronico e, se si dovesse essere chiamati perché compatibili con un paziente entra in gioco la serietà del donatore che può ritirarsi provocando però delle conseguenze sia verso l'associazione che verso il malato e il paziente, visto che molte volte il trapianto è "l'ultima spiaggia" per un malato.
Il donatore di midollo osseo offre la sua disponibilità in modo gratuito e anonimo, senza alcun limite geografico e molte volte il donatore selezionato è l'unico al mondo ad essere compatibile con quel malato.

Il Dott. Roberto Cairoli, responsabile del reparto di ematologia dell'Ospedale Niguarda ci ha spiegato quanto possa essere particolare la donazione attraverso un episodio che l'ha visto coinvolto in prima persona in America: “Qualche anno fa ci hanno chiamato perchè hanno identificato un donatore di Cinisello Balsamo compatibile con un paziente che abitava a Portland. Sono partito così per Seattle con la sacca di midollo. C'era molta curiosità tra i presenti e molta graditudine. Dopo qualche indagine si è scoperto che i nonni del ricevente erano lombardi e quindi erano lontani parenti".

La donazione può avvenire attraverso due modalità: quella più "tradizionale" prevede un piccolo intervento di 45 miniti circa in anestesia generale o epidurale Dopo il prelievo il donatore è tenuto normalmente sotto controllo per 48 ore prima di essere dimesso e si consiglia comunque un periodo di riposo precauzionale di 4-5 giorni. Il midollo osseo prelevato si ricostituisce spontaneamente in 7-10 giorni. Il donatore generalmente avverte solo un lieve dolore nella zona del prelievo, destinato a sparire in pochi giorni.

C'è poi la seconda modalità che è la donazione delle cellule staminali emopoietiche con prelievo da sangue periferico. Viene effettuata una stimolazione attraverso la somministrazione di un farmaco nei 3-4 giorni precedenti il prelievo. Il farmaco è un “fattore di crescita” che ha la proprietà di rendere più rapida la crescita delle cellule staminali e di facilitarne il passaggio dalle ossa al sangue periferico. Il sangue viene prelevato da un braccio.


Due modalità che potrebbero cambiare la vita di un malato terminale, mentre per il donatore resterebbe il grandioso gesto che ha compiuto: dare la possibilità al proprio gemello genetico di continuare a progettare il proprio futuro.

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