Il trapianto di midollo osseo all'ospedale Niguarda di Milano

La spiegazione sul trapianto di midollo osseo per i malati di leucemia da parte dei medici dell'ospedale Niguarda di Milano, primo centro accreditato nel capoluogo lombardo

Il trapianto di midollo osseo all'ospedale Niguarda di Milano

Il centro trapianto dell'Ospedale Maggiore Niguarda di Milano è nato dall'esigenza trapiantologica dei pazienti dell'Ematologia dell'ospedale milanese. Nel tempo è cresciuta l'Ematologia e quindi è cresciuto inevitabilmente anche il centro trapianti.

Il dott. Giovanni Grillo, responsabile del centro, ci spiega che l'offerta attualmente soddisfa tutte le richieste trapiantologiche proposte: da familiare, da donatore, da registro e da familiare parzialmente uguale (trapianto apoidentico). Niguarda è il primo centro trapianti accreditato per il trapianto allogenico a Milano.
“È una scelta del centro non aver sperimentato il trapianto da cordone perché per gli adulti è stato soppiantato da quello apoidentico o con un donatore al 50% quindi abbiamo preferito sviluppare questa strategia trapiantologica e non la via del trapianto da cordone. Nell'adulto – continua Grillo - i risultati sono molto meno soddisfacenti rispetto a quelli che ci si può aspettare da un bambino semplicemente perché il trapianto si fa con un certo quantitativo di cellule per il peso corporeo".

Nel tempo questo centro, nato come autosofficiente per Niguarda, sta raccogliendo e drenando anche pazienti che arrivano da altre ematologie come quella di Lecco, Como e Varese.
Il direttore del reparto di ematologia Roberto Cairoli ci racconta invece che sono stati fatti in tutto 1500 trapianti con circa 100 trapianti annui. Di questi 40 coinvolgono un donatore che può essere il fratello o un donatore della famiglia uguale per metà o un donatore del registro, gli altri sono autologi. La dott.ssa del Centro Trapianti Elisa Zucchetti ci racconta invece che a Niguarda su 40 trapianti fatti nell'ultimo anno quelli che hanno fatto un trapianto da donatore uguale per metà come terza scelta sono intorno ai 5 mentre quasi la metà sono donatori da registro con ottime condizioni di successo.

Quando arriva per il paziente la possibilità di fare il trapianto bisogna sondare prima di tutto la famiglia per vedere se c'è qualcuno che è uguale al 100%. Se non si trova un donatore dalla famiglia si inizia a cercare nel registro. L'esame su cui si definisce la compatibilità deve essere fatto su 8 loci dell'HLA, cioè le molecole della compatibilità.

“Se la compatibilità è 8/8 si dice che un donatore è uguale al 100% e l'eventuale differenza di quello che non viene studiato non avrebbe nessun impatto clinico. Qualora il donatore non dovesse essere uguale al 100% ma dovesse essere 7/8 l'eventuale diversità anche su altre zone può predisporre un rischio di complicanze che si dice aumenti del 10% ogni diversità aggiuntiva. Sostanzialmente un 6/8 si può arrivare a fare altrimenti si procede con il trapianto apoidentico (da donatore parzialmente compatibile)” spiega Grillo.

Per capire meglio cosa accade nell'organismo di un ricevente, il dott. Cairoli dice che “l'organo di una persona viene messo nell'organismo di un altro e si scatena così una guerra. La peculiarità del trapainto di midollo è che il ricevente può non accettare il midollo: esiste infatti una condizione per cui il midollo non riconoce l'organismo precedente e lo attacca. Questa è una malattia tipica del trapianto di midollo che si chiama Graft versus Host Disease. Gli immunologi hanno capito che per avere un minimo di compatibilità bisogna studiare questi antigeni del sistema HLA che sono grossomodo 8.

Il ricevente cambia a livello di cromosomi. Quello che si deve sottolineare, però, è che all'atto della donazione non si dona il midollo ma le cellule staminali.
Cairoli racconta un aneddoto particolare capitato in America: “Qualche anno fa ci hanno chiamato perchè hanno identificato un donatore di Cinisello Balsamo compatibile con un paziente che abitava a Portland. Sono partito così per Seattle con la sacca di midollo. C'era molta curiosità tra i presenti e molta graditudine. Dopo qualche indagine si è scoperto che i nonni del ricevente erano lombardi e quindi erano lontani parenti".

Il registro italiano, supportato da Admo, ha essenzialmente due funzioni: raccoglie i donatori e dialoga con l'estero. In Italia siamo "in sofferenza" rispetto al registro tedesco, primo in assoluto, che ha avviato una campagna per cui i loro donatori sono tipizzati nel modo migliore possibile. In Italia si deve dunque rinnovare il nostro pacco donatori anche a livello di precisione per cercare di reperire quanti più giovani possibili.

Negli ultimi anni per alcuni tipi di malattie come la leucemia mieloide cronica sono state studiate delle nuove molecole che stanno dando risultati molto positivi senza la necessità del trapainto: “Da molti anni non ne trapiantato più neanche uno perchè quello che prima ottenevamo con un trpianto allogenico di midollo come unica terapia adesso lo otteniamo con 4 compresse al giorno e c'è un'alta aspettativa di vita.

Nelle leucemie acute è la più grossa indicazione per fare il trapianto. Dentro ce ne sono due tipi che non si trapiantano più perché esistono delle cure alternative che danno in un tipo il 100% di guarigione, nell'altro il 70%", conclude Cairoli.

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