Una vita, una tenera vita apertasi e chiusasi nell'arco di 16 mesi. Una vita spenta da un gelato o un bicchiere di latte crudo ad Altamura, in provincia di Bari. Probabilmente la causa è la Seu. Si cerca di chiarirla dopo la morte della bambina ricollegabile, secondo i primi accertamenti, al batterio contenuto nel latte crudo non pastorizzato.
Ora la Procura della Repubblica di Bari porta avanti le indagini e ipotizza il reato di omicidio colposo. Allo stato attuale le investigazioni procedono a carico di ignoti. La morte della piccola Vittoria è avvenuta domenica sera nell'ospedale pediatrico 'Giovanni XXIII' di Bari. La causa è la Seu (la sindrome emolitico-uremica), una infezione intestinale che colpisce prevalentemente i bambini nei primi anni di vita e gli anziani e si manifesta con diarrea e anche con sangue nelle feci e vomito. C'è un altro piccolo paziente di 18 mesi, anche lui di Altamura, ricoverato nello stesso ospedale per un caso di Seu. Le sue condizioni sono lievemente migliorate. Il fascicolo d'inchiesta è coordinato dal pubblico ministero Grazia Errede. L'incarico per l'autopsia della piccola sarà conferito lunedì. A effettuare gli accertamenti medico legali, su disposizione della procura, sarà il professor Francesco Introna. Si attendono, intanto, gli esiti degli accertamenti delegati ai carabinieri del Nas sugli alimenti che potrebbero aver causato l'infezione.
Michele Emiliano, il presidente della Regione Puglia, ha convocato un tavolo di crisi sulla sicurezza alimentare presieduto dal direttore del Dipartimento Politiche della salute e benessere sociale Giancarlo Ruscitti. Hanno partecipato i rappresentanti della Asl di Bari, del Policlinico, dell'Arpa Puglia, dell'Istituto zooprofilattico di Puglia e Basilicata, dell'osservatorio epidemiologico e dei Nas. Al termine del tavolo si è convenuto che "probabilmente la contaminazione deriva dall'uso non corretto di latte crudo che non può essere assolutamente utilizzato per l'alimentazione umana se non previo trattamento termico". Pertanto la Regione Puglia, tramite i suoi organi competenti, la Asl di Bari, l'istituto zooprofilattico di Puglia e Basilicata e l'Arpa, sta monitorando la situazione che "in questo momento non desta preoccupazione.
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