Sgomberato il parco rom della Favorita a Palermo. Via le ultime famiglie

Le operazioni di "fuoriuscita condivisa" hanno permesso di liberare l'area del parco della Favorita. Le prime demolizioni già la scorsa estate dopo la decisione del gip del tribunale di Palermo, ma l'accelerazione è arrivata nelle ultime settimane

Sgomberato il parco rom della Favorita a Palermo. Via le ultime famiglie

Il campo rom del parco della Favorita a Palermo oggi è stato liberato dalle baracche, che per trent'anni hanno cambiato il volto del parco urbano più grande d'Europa. Quella che un tempo era la riserva di caccia di Ferdinando di Borbone per anni è stato monco di una parte, occupata abusivamente da baracche e roulotte che ormai erano diventate delle vere e proprie case senza acqua, luce e gas e soprattutto senza nessun tipo di collegamento alla rete fognaria.
Stamani, intorno alle 7 è iniziato lo sgombero. Nell'area, per la quale lo scorso luglio il Gip del tribunale di Palermo ha disposto il sequestro per ragioni di sicurezza, sono intervenuti i carabinieri della Compagnia di San Lorenzo, due camionette delle polizia e numerosi agenti della Polizia municipale. Le operazioni di "fuoriuscita condivisa", come spiegano dal Comune di Palermo, hanno riguardato 13 famiglie, 58 persone in tutto e si sono svolte senza disordini. Al momento del sequestro nel campo rom vivevano 24 nuclei familiari (110 persone). Lo scorso gennaio erano già 19 famiglie e 93 persone e lo scorso 2 aprile 13 famiglie e 58 persone.

Da mesi nel campo, che per decenni ha accolto famiglie nomadi, si susseguono gli abbattimenti di baracche. Le prime demolizioni già la scorsa estate dopo la decisione del gip, ma l'accelerazione è arrivata nelle ultime settimane: otto le baracche buttate giù dalle ruspe lo scorso il 15 marzo, nove il 3 aprile e nei prossimi giorni saranno demolite le restanti 16. Un processo di alleggerimento che avanti da mesi e che serviva soprattutto per ridare parte del parco alla fruizione dei cittadini. Lo scorso 28 luglio il sindaco Leoluca Orlando aveva firmato l'ordinanza che disponeva lo sgombero del campo nomadi a seguito del provvedimento della magistratura di dieci giorni prima che aveva posto sotto sequestro l'intera area: "un provvedimento urgente e contingibile per ragioni di sicurezza pubblica, igiene e necessità di intervenire con immediatezza per superare la situazione di degrado del territorio, eliminare i pericoli per l'incolumità delle persone e delle famiglie residenti e garantire la dignità delle persone e la tutela dei diritti sociali e civili delle medesime".


Il Comune fino ad ora ha speso 70mila euro, su una dotazione di 180mila euro. Soldi necessari per abbattere le baracche, liberare l'area e soprattutto attivare i progetti di inclusione sociale per le famiglie. "Abbiamo regolarizzato la posizione di queste persone all'interno della città - dice il sindaco di Palermo Leoluca Orlando -. Questa mattina i bambini del campo hanno chiesto di andare regolarmente a scuola, segno che si è svolto tutto in maniera molto tranquilla. Alcune famiglie hanno deciso di ricongiungersi con i loro familiari, una famiglia si è trasferita in Francia, gli altri hanno trovato una sistemazione in maniera definitiva. Solo oggi abbiamo individuato per 32 persone hanno trovato una sistemazione provvisoria, il resto li abbiamo collocati in altre sistemazioni a tempo indeterminato".


Per l'assessore comunale alle attività sociali Giuseppe Mattina, lo sgombero del campo stato fatto soprattutto "per i diritti delle persone che vivevano in condizioni precarie - spiega l'assessore -. Abbiamo garantito soprattutto una vita diversa e un percorso di inclusione e integrazione sociale in città. Abbiamo messo in rete un sistema ormai collaudato che ha permesso di evitare qualunque tipo di nervosismo o tensione. Rispetto ai fatti di Roma le procedure di Palermo sono state fatte in assoluta tranquillità. I processi individuali ci hanno permesso di collocare le famiglie in altre strutture, c'è chi è andato in strutture religiose, chi ha raggiunto i propri familiari mentre 4 famiglie hanno cambiato città.

Sei nuclei familiari con persone particolarmente fragili sono stati ospitati in istituti religiosi - ha ricordato l'assessore -, sette hanno lasciato la città per ricongiungersi a loro familiari, a tre famiglie inserite nelle graduatorie dell'emergenza abitativa sono state assegnate le case, mentre otto sono state ospitate in albergo. Entro la fine del mese tutte le famiglie, che al momento sono ospitate in hotel, saranno ricollocati".

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