L'Italia è nel mezzo di una gravissima crisi idrica, le cui conseguenze rischiano di diventare irreversibili per il nostro Paese. I grandi fiumi sono ormai diventati dei rigagnoli, quando va bene. Il Po in molte zone è completamente in secca e molti laghi hanno un quantitativo d'acqua molto inferiore rispetto alla media stagionale. In queste ore in Lombardia si sono scatenati diversi temporali ma non basta a colmare il gap idrico. Anzi, piogge torrenziali come queste creano danni ulteriori, come avvenuto in alcune zone della Bergamasca, dove forti raffiche di vento hanno scoperchiato serre e allettato il mais in campo, con la grandine che ha dato poi il colpo di grazia.
Il ministro Stefano Patuanelli ha fatto il punto della situazione in un'intervista rilasciata a Fanpage: "Fare previsioni in questo momento è oggettivamente complicato. È evidente che c'è una situazione drammatica in molte zone del Paese; che le aree cosiddette rosse, quelle in cui c'è una diminuzione dei livelli dei fiumi e dei laghi e dove la risorsa idrica sta mancando, si stanno allargando sempre di più e quindi quasi tutto il Paese nel corso delle prossime settimane ci aspettiamo che entri in zona rossa".
Torna l'incubo delle zone rosse, quindi, anche se per ragioni differenti rispetto a quanto accaduto nel 2020. L'attuazione di questo tipo di misure apre il campo degli interventi da parte delle autorità per porre dei limiti ai cittadini che, in questo particolare contesto, potranno riguardare l'utilizzo dell'acqua. E lo stesso Stefano Patuanelli non esclude che si possa agire anche nelle grandi città: "Non deve stupirci la preoccupazione sul fatto che anche in centri abitati di dimensioni maggiori ci possa essere un intervento".
Intanto i governatori e i sindaci agiscono. Attilio Fontana nelle scorse ore ha firmato un decreto di emergenza regionale per la Lombardia fino al prossimo 30 settembre. Il decreto raccomanda "a tutti i cittadini di utilizzare la risorsa acqua in modo estremamente parsimonioso, sostenibile ed efficace, limitandone il consumo al minimo indispensabile". Lo stesso decreto emergenziale mette a disposizione dei sindaci uno schema di ordinanza, su risparmio idrico e limitazioni per l'uso dell'acqua potabile, raccomandandone la relativa adozione, salvo eventuali integrazioni ad essa in base allo specifico contesto.
Anche i Comuni della Lombardia sono chiamati alla parsimonia, limitando il più possibile l'impiego dell'acqua potabile per attività per le quali non ne sia necessario l'uso. Tra queste, per esempio, il lavaggio strade, l'irrigazione dei parchi pubblici e degli impianti sportivi quali campi sportivi.
Nessun razionamento per il momento è stato deciso dal governatore veneto Luca Zaia, che però ribadisce la necessità "dell'adozione di regole, che sono anche dettate dal buonsenso, per il non spreco delle risorse idriche".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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