Sono 1,4 milioni gli italiani con gli anticorpi

Numeri bassi nella contabilità del contagio, giunta al suo quinto mese. Numeri terribili per l'analisi della diffusione del contagio, che fa il censimento di chi è venuto a contatto con il virus

Sono 1,4 milioni gli italiani con gli anticorpi

Numeri bassi nella contabilità del contagio, giunta al suo quinto mese. Numeri terribili per l'analisi della diffusione del contagio, che fa il censimento di chi è venuto a contatto con il virus (quasi 1,5 milioni), disegnano due Italie molto differenti.

Partiamo dai numeri di giornata. Ieri sono stati contabilizzati 159 contagiati, 80 in meno rispetto al giorno precedente. Ma è un dato che non deve farci esultare troppo: infatti la causa delle poche positività è riscontrabile nello scarso numero di tamponi effettuati, appena 24.036, quasi la metà del giorno prima. Ciò si spiega certamente con il fatto che il lunedì ci si rifà ai numeri della domenica. E infatti se dividiamo il numero di nuovi contagi per il numero di test messi a referto otteniamo una percentuale (lo 0,66) superiore a quella degli ultimi tre giorni, quando era fissa allo 0,55. La regione che ha fatto registrare il maggior numero di casi è l'Emilia-Romagna, con 34, la Lombardia è seconda con 25. Cinque regioni a quota zero. I morti sono 12, sparpagliati in nove regioni: 3 in Lombardia.

Ieri è stato anche il giorno in cui, nel corso di una conferenza stampa, sono stati presentati i primi risultati dell'indagine di sieroprevalenza Sars Cov 2 che, secondo il presidente del Css Franco Locatelli, sono importanti «per tre obiettivi: definire il tasso di sieroprevalenza nelle diverse aree territoriali, definire la quota dei soggetti asintomatici, rifinire il tasso di mortalità che l'infezione ha prodotto nel Paese». Incidenza che è «straordinariamente diversificata nelle aree territoriali, anche all'interno della stessa regione». Il tasso di letalità è stato ritoccato in basso al 2,5 per cento: il massimo si raggiunge in Lombardia, con il 7,5 per cento, con Bergamo al 24 e Cremona al 19. Seguono Valle d'Aosta (4 per cento) e un gruppo di regioni attorno al 3: Piemonte, Trento, Bolzano, Liguria, Emilia-Romagna e Marche. Il Veneto è all'1,9 per cento, mentre otto regioni, tutte del Mezzogiorno, sono sotto l'1. Asintomatico il 30 per cento delle persone con anticorpi.

Dati impressionanti, che indicano quali regioni hanno avuto l'incontro più violento con il virus, ma che non vogliono dire, a livello individuale, che l'aver sviluppato una risposta immunitaria corrisponda all'ottenimento di qualsiasi patentino di immunità rispetto a Sars-Cov-2. «Non è investigato - aggiunge Locatelli - il contributo del sistema immunitario per la parte dei T linfociti e non conosciamo l'effetto protettivo di questi anticorpi e la durata della risposta immunitaria».

Si chiude con una nota non rassicurante. L'Organizzazione mondiale della sanità (Oms) ha avvertito oggi che, nonostante le forti speranze, potrebbe non esserci mai un vero e proprio vaccino per contrastare il coronavirus.

«Al momento non esiste un proiettile d'argento e potrebbe non esserci mai», dice il direttore generale Tedros Adhanom Ghebreyesus, che avverte che la strada per la normalità potrebbe essere lunga. Ghebreyesus ha anche esortato tutti i Paesi del mondo ad applicare rigorosamente le misure sanitarie come mascherine, distanziamento, lavaggio delle mani e test.

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