Gli stilisti sono tutti in gara alle Olimpiadi delle divise

L’Italia schiera Armani, gli Usa rispondono con Ralph Lauren. Scervino veste l’Azerbaijan e Prada gonfia le vele degli Azzurri

Gli stilisti sono tutti in gara alle Olimpiadi delle divise

«Mancano due mesi e mezzo alle Olimpiadi di Londra, ma l’Italia ha già vinto una medaglia grazie ad Armani che è il primo del mondo per eleganza e creatività. Le sue divise ci faranno fare bella figura» ha detto Gianni Petrucci, presidente del Coni e neo eletto sindaco di San Felice al Circeo, durante la presentazione della cosiddetta «collezione Italia» creata dallo stilista-imprenditore per la nostra squadra nazionale impegnata nei prossimi giochi olimpici.
«Re Giorgio» ha prontamente ringraziato Petrucci dicendo tra l’altro che il suo è un volto da attore americano. Ma al di là delle battute nello storico teatrino privato di Via Borgonuovo a Milano dove ieri si è svolto l’incontro era davvero palpabile l’emozione del ritrovato spirito di Patria. Il kit olimpico firmato EA7 Emporio Armani comprende una cinquantina di pezzi tra capi sportivi, formali e accessori caratterizzati dall’uso di un’elegante combinazione tra bianco e blu notte. Però visto che l’intero progetto è stato dettato dall’orgoglio patriottico non mancano dettagli significativi come l’inno di Mameli ricamato in oro e in corsivo all’altezza del cuore dentro tute, felpe e giacche che gli atleti useranno nel tempo libero e nelle occasioni ufficiali per tutta la durata dei giochi. La prima strofa di Fratelli d’Italia compare inoltre su una fettuccia blu applicata sotto al collo della polo bianca con la manica sinistra rossa e la destra verde che ricorda il nostro tricolore. Oltre alla scritta «Italia», al logo del Coni e a quello di EA7, c’è poi la riproduzione dello stadio Olimpico di Roma. Gli atleti, belli e italiani come non mai, erano visibilmente felici d'incontrare Armani che ha ribadito il suo amore incondizionato per lo sport e la sua ammirazione per il rigore e la serietà richieste a chi partecipa alle Olimpiadi.
Lo stilista ha poi raccontato di amare in modo particolare tennis e nuoto, di praticare ogni giorno un’ora e mezza di attività fisica per mantenersi in forma, ma che la sua disciplina preferita è una di quelle con minor risonanza mediatica: il salto in alto. «Trovo sia affascinante e miracoloso - dichiara - l’asticella che si deve sempre spostare più avanti è un po’ l’idea della mia vita». Sulla sua presenza alla cerimonia inaugurale fissata per il prossimo 29 luglio, Armani ha detto che in genere in quel periodo è già in vacanza ma certo questa è un’occasione da non perdere. «Lo sport è patriottico al mille e per mille» ha concluso rivelando la sua profonda emozione quando gli è stata offerta l’occasione di vestire la nazionale italiana. Inutile dire che non ci sono indicazioni ufficiali sull’importo di questo prestigioso accordo, ma voci di corridoio parlano di un affare da quattro milioni di Euro ampiamente ripagati dall’impatto mediatico di una sponsorizzazione con lo stilista più famoso del mondo. «Non sono certo l’unico» ha detto Re Giorgio ricordando le divise della nazionale americana disegnate da Ralph Lauren per la cerimonia di chiusura e il kit olimpico della squadra britannica firmato da Stella McCartney. In ogni caso sul fronte stilistico siamo senza dubbio i primi visto che anche Ermanno Scervino firma le divise di una squadra olimpica: la nazionale dell’Azerbaijan. «Mi ha chiamato la first lady in persona - spiega il designer fiorentino - perché dice che dopo aver provato i miei piumini, ha capito che solo grazie al made in Italy si possono ottenere prodotti tecnicamente ed esteticamente perfetti». Prada, invece, firma le divise tecniche della nostra nazionale di vela, mentre Cedella Marley, figlia del grande Bob, stilista oltre che musicista di vaglia è stata scelta da Puma per disegnare le divise della nazionale giamaicana.

A lei l’onore di vestire Usain Bolt, l’uomo più veloce del mondo, magico protagonista delle Olimpiadi di Pechino. «È come mio padre - dice - tutto quello che dice e che fa alimenta l’orgoglio della Giamaica». All’atleta la quarantatrenne signora dedica una delle più belle canzoni paterne: I’m gonna put it on.

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