L'Italia ha autorizzato la nave Ong Humanity 1 a entrare in porto solo per il effettuare i controlli a bordo e permettere lo sbarco dei migranti fragili. Sono scesi principalmente donne e bambini, mentre a bordo sono rimasti una 30ina di uomini per i quali l'Italia non ha concesso la discesa. Al termine dello sbarco dei soggetti autorizzati, il Viminale ha intimato al capitano della Humanity 1 di lasciare il porto per tornare in acque internazionali ma il capitano si è opposto e ora pretende di far scendere tutti i migranti prima di riprendere il mare. Una condizione inammissibile per l'Italia, che non ha intenzione di cedere sul punto.
"Se adesso andassi via violerei una serie infinita di leggi e convenzioni internazionali e qui nel porto di Catania non sto facendo nulla di illegale. Sto seguendo la legge del mare", ha dichiarato il capitano Joachim Ebeling, 59 anni, tedesco di Brema a la Repubblica. Per quanto accaduto oggi, si potrebbe parlare di un nuovo "caso Rackete", facendo riferimento a quanto Carola Rackete nel 2019 forzò i confini italiani e speronò una motovedetta della guardia di finanza pur di entrare in porto.
"Ai responsabili di questa situazione direi di informarsi meglio sul dovere di soccorso delle persone in pericolo in mare. Lo sbarco dei naufraghi nel luogo sicuro più vicino è un obbligo. E il nuovo governo italiano non può cambiare il diritto internazionale del mare a proprio piacimento", ha dichiarato Ebeling, trascurando le norme sullo Stato di bandiera, il principio di sovranità nazionale e quello di difesa dei confini, anche europei. L'Italia ha assolto il suo compito di prestare soccorso alla nave in difficoltà e ora chiede che sia la Germania a farsi carico della nave che espone il suo vessillo. Ma per il comandante non ci sono ragioni e ha deciso arbitrariamente di non lasciare il porto di Catania: "È stata fatta una selezione disumana e illegittima dei sopravvissuti che si basa su un decreto illegale".
Il comandante spiega che i migranti a bordo sono fuggiti dalla Libia "dove vivevano in condizioni terribili" ma la nazionalità dei migranti a bordo della Humanity 1 non è libica o, almeno, non lo è per tutti. Molti di loro hanno raggiunto la Libia da altri Paesi, spesso non riconosciuti come a rischio, proprio per imbarcarsi e raggiungere l'Italia. "Questi sono viaggi organizzati. Chi è a bordo di quelle navi paga circa 3mila dollari, che diventano armi e droga per i trafficanti", ha dichiarato a tal proposito Matteo Salvini su Rtl102.5. Ma Ebeling tira dritto e forza la mano contro il governo italiano: "Io e l'organizzazione che mi ha assunto, la Sos Humanity, in questo siamo assistiti da un team legale italiano.
Verrà avviata una procedura d'urgenza di fronte al tribunale di Catania per garantire ai naufraghi di poter chiedere asilo e sarà presentato appello al Tar del Lazio. Ma il nostro principale interesse è che tutti i trentacinque sopravvissuti al Mediterraneo possano sbarcare immediatamente dalla nave"- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.