Era stata promessa tolleranza zero verso ogni tipologia di violenza, verbale e fisica, ma in realtà sia nel pre sia nel post partita di Milan-Lazio è successo di tutto. Il primo campanello d'allarme è suonato verso le ore 14:00 di ieri, quando a piazzale Loreto è andato in scena un blitz fascista con tanto di striscione, cori e saluti romani: "Onore a Benito Mussolini". Per quanto riguarda la questione stadio è stato lasciato libero arbitrio a qualsiasi atto razzista ("Questa banana è per Bakayoko"). Ululati e fischi nei confronti del giocatore rossonero da parte dei tifosi laziali sono stati rivolti nell'indifferenza più totale, complice anche l'assordante silenzio dell'arbitro Mazzoleni che avrebbe potuto sospendere la partita. E l'ira dei tifosi del Milan si basa su una domanda molto semplice a cui però, fino ad ora, nessuno ha saputo rispondere: se le istituzioni hanno giustamente alzato la voce per il gesto di Bakayoko e Kessie, perché alla stessa maniera non condannano e non si dissociano da questi eventi?
Interviene la Digos
La Digos ha identificato 29 persone per lo striscione inneggiante a Mussolini: 9 di queste (tra cui 8 laziali e 1 interista) sono state denunciate. 6 sono state trovate in due auto fuori da San Siro subito dopo il termine della gara grazie anche alla segnalazione di una targa successivamente associata al momento dei controlli nei dintorni del Meazza; una è stata riconosciuta grazie alle scarpe verde fosforescente che indossava; un'altra è Claudio Morra, tifoso interista già noto alla Digos e che aveva con sè un manganello telescopico; l'ultima è Claudio Corbolotti, capo ultras della Lazio che ha chiamato il "presente".
Non si hanno ancora certezze né sull'eventuale contributo dei tifosi nerazzurri all'iniziativa né sul luogo di creazione dello striscione. L'accusa è relativa all'articolo 5 della legge Scelba che condanna le manifestazione di stampo fascista.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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