"Alle spalle del nemico vi sono donne, vino e oro. Tutto ciò sarà vostro se vincerete. Per cinquanta ore sarete i padroni assoluti di ciò che troverete al di là del nemico. Nessuno vi punirà per ciò che farete, nessuno vi chiederà conto di ciò che prenderete".
Con queste parole il generale francese Alphonse Juin lasciava la ciociaria nelle mani dei goumier marocchini nel maggio del '44. Il resto della storia racconta di stupri e violenze di massa con 3.000-3.500 donne stuprate e massacrate, tra di loro c'è la storia di Rosa, che ha dovuto aspettare 71 anni per avere giustizia.
La Corte dei Conti ha riconosciuto alla vittima un risarcimento da parte dello Stato italiano per danni morali. A confermare la sentenza è stato lo stesso avvocato della signora, ormai 98enne, che ha dichiarato: "Sì, la mia assistita subì violenza carnale in quelle tragiche circostanze che sono passate alla storia con il nome di marocchinate".
All'epoca dei fatti la vittima aveva 27 anni e da allora sono passati anni perché lo Stato ne rispondesse. Da allora, Rosa come le altre vittime, ha iniziato una lunghissima battaglia per avere giustizia. Non solo. Negli anni ha subito diversi interventi chirurgici e ricoveri dovuti alla violenza subita. Il primo successo arriva nel '92 quando le viene riconosciuta una prima pensione di guerra di ottavo grado. Ma gli avvocati insistono, vogliono che venda riconosciuta "la lesione di fondamentali valori di libertà e dignità̀ della persona" per questo motivo i ricordi e le impugnazioni hanno trascinato il procedimento fino ad oggi.
Con quest'ultima sentenza la
corte ha confermato l’indennizzo dei danni morali e rigettato l'appello del ministero dell'Economia. La pensione della signora viene portata al quarto grado anche se non è ancora chiaro quale sarà l'importo.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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